Abbi cura di te, amico mio. Fa' in modo di essere sempre ciò che sei.
Da un po' di tempo, sto in cucina a elaborare come dovrebbero essere i sapori e i colori di ciò che mi renderà altro. Non cucino, mi prendo cura di me e delle persone che amo. Non cucino: trasformo. Non cucino, eseguo, agisco sul mondo.
... è una cura perfetta per la paralisi, per l'insipido sovrapporsi di un'amarezza sull'altra. Una cura pensare che c'è la vita a cui pensare, pensare a superarsi. Non conosco cura migliore per sé che trasformarsi, ma sotto gli occhi, nello spazio di un incontro con chi ami.
Sii quel che sei e prendi il mondo tutto per te, amico mio. Avrà il tuo sapore.
Abbi cura di te, ragazzo.