“La cura dell’attesa” di Maria Pia Romano

Da Vivianap @vpicchiarelli

Non era nuda abbastanza se non scioglieva i capelli. Lui la obbligava a farlo, ogni volta». Davide è stato per Alba la rivelazione della pulsante voce della vita, la scoperta dell’amore che s’incide sulla pelle, per la prima volta. Nel trascorrere degli anni lei ha cercato di scacciare l’immagine inopportuna di un volto riemergente dal passato, è diventata una donna decisa e brillante: un ingegnere capace di spiegare ai suoi studenti il mondo dei motori disegnando alla lavagna curve perfette come il suo grembo, tenero portatore di nuova vita.
Nell’attesa, Alba sfoglia le pagine della sua esistenza: l’infanzia chiusa nel cerchio perfetto della sua casa, gli anni a Ruvo di Puglia, poi il trasferimento nel Salento, la dedizione allo studio, le oscillazioni dell’animo. E lo sguardo innamorato di Filippo, il suo presente.
Cos’è l’amore? Il calore della sicurezza che accarezza e non delude? Oppure la sottile incertezza che sa infiammarsi di passione, facendo invertire la rotta all’improvviso? Le grandi storie come questa possiedono la forza per navigare in un mare di parole.

Il romanzo di Maria Pia Romano è poesia pura senza sciommiottarla. Si tratta di un testo profondamente intimista e femminile, delicato nella sua estrema sensualità che si sposa con i paesaggi orgasmici del Salento. È una storia d’amore nei confronti della vita, delle scelte consapevoli e del coraggio. Un libro sulla speranza che la vita possa, e debba, riservarci sempre qualcosa di più di ciò che ci si aspetta.


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