Breve trama:
Matilda è una quindicenne inglese che conduce una vita tranquilla tra noiosi libri di scuola, chiacchiere con la migliore amica e battibecchi con il fratello, finché un giorno la sua vita cambia.
Da un’estate qualunque, la sua si trasforma in un’avventura inimmaginabile ed incredibile: Sand, l’elfo che ha ideato e sognato da bambina, esiste veramente ed egli, infrangendo il tabù che vieta ad ogni sogno cosciente di interagire con il proprio creatore, le fa conoscere il Mondo dei Sogni che rischia di essere distrutto, causando anche la rovina della stessa umanità, che su di esso si basa.
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<<Benvenuta nel fantastico, irrazionale, complicato e infinitamente grande Mondo dei Sogni.>>
Inizio col premettere che un fantasy sui sogni e sugli incubi non l’avevo mai letto e devo dire che mi è piaciuto molto!
La scrittura semplice e piacevole ti guida fin dall’inizio in questa avventura: ti immedesimi nella protagonista e condividi i suoi stati d’animo, dalla meraviglia all’ansia, tanto che anch’io ho provato, come Matilda, ad entrare nel Mondo dei Sogni, ma al contrario suo, senza successo.
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Oltre ad essere un libro che ti permette di evadere in una realtà fantastica, secondo me, racchiude in sé un insegnamento veramente profondo: noi umani senza i nostri sogni non siamo nulla, smettiamo di vivere.
<< I sogni reggono questo vostro mondo, Matilda. E voi alimentate il nostro. >>
I sogni ci sostengono e ci permettono di andare avanti. Cosa saremmo senza i nostri sogni? Fin da bambini siamo abituati a rispondere alla domanda: “e tu cosa sogni di fare da grande?”
Poi, ogni volta che ci viene riproposto questo interrogativo, soprattutto agli adolescenti come me, fantastichiamo e immaginiamo il nostro futuro, sperando che i nostri sogni si avverino!
Oppure, come in questo libro, che siano da qualche parte, in un mondo parallelo.
<<Credo proprio che il Mondo Reale abbia bisogno di rendersi conto che sono i nostri stessi sogni a tenerci in vita, in tutti i sensi.>>
Non esistono persone che non sognano, anche le cose più banali. Tutti sogniamo qualcosa, è inevitabile, fa parte della nostra stessa essenza. Suppongo che se non si avesse qualcosa in cui credere, resterebbe soltanto un vuoto dentro e la realtà apparirebbe peggiore di com’è davvero.
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Interessante anche far notare come il “cattivo della storia”, Itanock, non è un incubo, ma un sogno: questo ribadisce il concetto di come uno che nasca buono, possa poi diventare cattivo e viceversa; e sottolinea l’ambizione umana di fronte alla possibilità di diventare più potenti di quello che si è già, a costo di distruggere il proprio stesso mondo.
<<Sand, nonostante ciò che la gente dentro o fuori il nostro mondo possa credere, io sono fermamente convinto che non è vero che i sogni sono tutti buoni e gli incubi tutti cattivi. C’è sempre l’eccezione alla regola e ho anche avuto il piacere di conoscere incubi molto più alla mano e affidabili di tanti altri sogni. Sogno o incubo, è l’azione dell’individuo a definire il suo essere buono o cattivo.>>
Tornando al libro, un aspetto che mi è piaciuto molto è il narratore onnisciente: infatti questa tecnica mi ha permesso di “entrare” nella testa di tutti i personaggi, di sposare tutti i punti di vista, di saltare da una situazione all’altra e di spostarmi nel tempo e nello spazio.
Concluderei, riassumendo: la trama è affascinante e originale, la scrittura scorrevole. Lo si divora in poco tempo!
E voi, Lettori Estinti, cosa ne pensate?