La Dalmazia: l’inizio del viaggio

Creato il 16 novembre 2013 da Dharmabum

Il progetto di un viaggio nei Balcani era da tempo fermo a prendere polvere nel mio cassetto dei viaggi possibili da fare, ma solo quest’anno é arrivata l’ispirazione, l’ho tirato fuori e ho iniziato a studiare qualche possibile percorso. Anche l’idea di partire per una volta con l’autobus o col treno, come ai vecchi tempi dei miei primi viaggi in Europa, e non con il solito aereo, mi piaceva e l’ho subito considerata una piacevole variante. L’itinerario é nato quasi da sé: ho studiato per un pó la cartina, ho fatto qualche ricerca sulle cittá che ritenevo piú interessanti e alla fine ho concluso che il miglior percorso possibile era quello sulla costa Dalmata fino in Montenegro, quindi l’Albania e la Macedonia. Una volta raggiunta Skopje avrei deciso se andare a Istanbul, la mia destinazione finale per questa prima parte di viaggio, attraverso la Bulgaria o la Grecia. Niente di particolarmente avventuroso per i miei standard, queste rotte nei Balcani sono tutte ben battute da turisti e backpackers, ma lo scopo di questo viaggio era solo quello di vedere una parte dell’Europa che non conoscevo, raccogliendo qualche spunto per dei possibili viaggi piú approfonditi nei singoli Paesi. Comunque essendo autunno avrei approffittato del periodo di bassa stagione, quindi in teoria avrei evitato le orde di turisti che affollano queste zone nella stagione estiva e anche risparmiato qualcosa.

Dopo una breve tappa a Fiume ( Rijeka ), cittá che giá conoscevo e che secondo me é ingiustamente sottovalutata, inizio il viaggio vero e proprio in Dalmazia, prima tappa: Spalato ( Split ), la seconda cittá della Croazia e una delle piú interessanti e ricche di storia della costa Adriatica. Il viaggio lungo la costa é spettacolare e l’unica lamentela possibile é l’alto costo del biglietto dell’autobus. In ogni caso presto scopriró che i miei ricordi di una Croazia economica dove tutto costava metá se non un terzo rispetto all’Italia erano molto datati: al netto del normale sovrapprezzo delle cittá turistiche i prezzi non sono certo bassi e anzi sono spesso in linea con quelli Italiani. Questo non singifica che non si possa viaggiare anche qui a basso budget, magari con il proprio mezzo e fermandosi nei camping, ma anche in quel caso non ci sarebbe una grossissima differenza con un viaggio simile in Italia.
Spalato mi é piaciuta molto: é sicuramente una cittá molto influenzata dalla cultura italiana ( ma questa sará una caratteristica che troveró un po’ ovunque in questa prima parte di viaggio ), dove ho trovato un’atmosfera calda e accogliente e gente simpatica e molto rilassata. Il “cuore” della cittá é il famoso Palazzo di Diocleziano, una delle rovine dell’Impero Romano piú impressionanti e meglio conservate. In realtá non si tratta di un vero e proprio palazzo, é piú che altro una “Stari Grad” ( cittá vecchia ) all’interno delle antiche mura romane. Contrariamente ad altri posti simili peró questa zona non é stata trasformata completamente in una specie di museo all’aria aperta ad uso e consumo dei turisti, ma é molto frequentata dai locali che amano incontrarsi nei caffé e nei ristorantini, che senza dubbio sono molto affascinanti e romantici, soprattutto la sera quando i turisti se ne sono andati.
E’ proprio dopo il tramonto che questa antica cittá dá il meglio di sé. Perdersi nel labirinto di strade in ciottolato della cittå vecchia é un vero e proprio viaggio nel tempo.
Questa é sicuramente una cittá adatta al puro cazzeggio: ci sono varie attivitá possibili da fare nei dintorni, come salire la Marian hill che domina la cittá, andare a vedere la vicina Trogir ( anch’essa antichissima e ricca di fascino e storia ), le rovine romane di Salona o visitare le isole vicine Brac e Hvar, ma probabilmente la migliore cosa da fare da queste parti é sedersi in uno dei moltissimi caffé a guardare il mondo che passa ( e in particolare le ragazze croate molto belle ed eleganti ).

Ero piuttosto curioso di vedere Ragusa ( Dubrovnik ): le immagini dell’infame bombardamento dei Serbi sulla cittá vecchia, all’epoca giá protetta come patrimonio mondiale dell’umanitá e considerata giustamente una delle piú belle cittá del mondo, mi colpirono molto e, come molti, mi chiesi come fosse possibile non intervenire in un conflitto che ci riguardava direttamente, visto che queste cittá erano state a lungo italiane e condividevano la nostra cultura.
La buona notizia é che la cittá ha saputo riprendersi velocemente da quella orribile esperienza e in pochi anni é tornata al suo antico splendore. I restauri sono stati fatti usando i materiali e le tecniche usate nel medioevo: considerando che due terzi degli edifici della cittá vecchia furono distrutti o gravemente danneggiati durante il bombardamento il risultato é senza dubbio notevole. Parlando con i Ragusani peró é abbastanza evidente che le ferite piú profonde e difficili da guarire siano quelle nell’animo delle persone, che ancora odiano i vicini Serbi, Bosniaci e Montenegrini e non vedono di buon occhio un loro possibile ingresso nell’UE ( cosa che peró prima o poi accadrá ).


Per Dubrovnik si possono fare le stesse considerazioni che in genere si fanno per Venezia: é sempre piena di turisti, é cara, bisogna lottare per fare una foto decente senza nell’inquadratura il solito turista in posa davanti al monumento, ma malgrado tutto ti lascia quasi senza parole. E’ davvero una cittá stupenda, che ha saputo nei secoli ritagliarsi un proprio spazio anche durante le dominazioni dei Veneziani e dei Turchi, e che é riuscita alla fine a sopravvivere anche alla furia distruttrice delle armi moderne.Perdersi tra le strette stradine in lastricato é sicuramente un buon modo di godersi questa magnifica cittá, ma forse la piú bella immagine di Ragusa é quella che si puó ammirare dalla cima del Monte Srd che la domina. C’e’ anche una cabinovia ma secondo me é molto piú piacevole salire a piedi, ci vuole poco piú di un’ora dalla cittá vecchia. In cima ci sono, oltre all’immancabile ristorante belvedere, una grande croce e una fortezza costruita dalle truppe Napoleoniche. Il Monte Srd é diventato un sito sacro per i Croati perché fu decisivo per la difesa di Dubrovnik, e malgrado i molti bombardamenti subiti anche aerei non cadde mai in mani Serbe. All’interno della fortezza c’é un’interessante mostra fotografica dedicata alla guerra.


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