Sarà per l'ineluttabilità del destino e del velluto che c'è benevolenza negl'occhi alla dama con l'ermellino, carezze sfuggevoli alla bestiola con la pacifica evidenza dell'immutabilità degl'eventi, la vita senza segreti, il tenersi a bada nonostante l'irrequietezza evidente, nonostante tutt'un ribollire di non toccarmi, il furetto con gl'occhi furenti della cattività, nella zampa alzata l'aggressiva reattività di chi è costretto alla posa contro la sua volontà, gesto di pesce che vagola nell'acquario.
La ferocia del possesso puoi subodorarla più massiva, più prepotente nell'ermellino che tiene la dama, arcigno e duro cipiglio, grinfie che cingono il dorso con l'unghia conficcata sul collo, morsa di madre al bambino, stretta ammonitoria e tremendamente definitiva che nessun'altro - nessuno all'infuori dei partecipanti al gioco del non muoverti mi muovo - avverte.
Negl'occhi della dama solo rassegnata sottomissione, sguardo che è lo stesso ma in miniatura si fa misero e compassionevole; ed anche la zampa alzata non è che un rantolo giocoso, timido anelare ad un gomitolo di lana che non c'è.