Sì, questa volta parlerò di lui, il nostro beneamato B., l'uomo che ha contribuito a rendere l'Italia un paese anche più corrotto, disperato e vile di quanto non fosse. Un colpevole tra i molti colpevoli, un corruttore ma di genio e fantasia, forte con i deboli e debole coi forti, dotato di un numero considerevole di manie e con alcune idiosincrasie tipiche degli italiani della sua età e della sua formazione mentale. A volerlo guardare con attenzione in questo momento c'è di che rimanere esterrefatti pensando a coloro che persistono tuttora nel sostenerlo e nell'augurarsi sia di nuovo lui a divenire presidente del consiglio. Capelli da manichino schierati sul cranio a nascondere la calvizie vincente, rughe ritoccate, occhi piccoli, pronti a scorrere dalla falsa bonomia alla rabbia livida, orecchie enormi che affiancano il cranio come come ali in lenta crescita, corpo piccolo e decisamente inquartato, collo corto, il viso perennemente atteggiato a una smorfia rabbiosa. Onestamente si tratta di un individuo antropologicamente ributtante ma, come l'imperatore della fiaba, c'è sempre qualcuno pronto a dire che i suoi abiti - e con essi i suoi modi, il suo umorismo greve e imbarazzante, il suo gestire da arricchito e ben fiero di esserlo - sono meravigliosi, unici, splendidi, inimitabili, executive e insieme virili, pensosi e mistici. Ma non è tanto l'omarino di burro ormai irrancidito a richiamare la mia attenzione, ma è il vasto popolo - più o meno il 15% della popolazione italiana - a richiedere un surplus di attenzione. Donne, innanzitutto, più del 60% del suo elettorato è femminile. Di basso livello culturale e sociale, molte giovanissime ma anche molte anziane, che posseggono come unico canale di comunicazione con il mondo la televisione. Che hanno una visione appiattita e timorosa della realtà, quel posto dove si aggirano scippatori, truffatori, violenti di ogni genere e razza pronti ad approfittare di una povera donna. Se per i giovani e i giovanissimi il voto per B. è un voto da menimpipo, dato senza troppa convinzione - fatta eccezione per i fanatici dello statu quo e gli estremisti di centro, sempre pronti a correre in soccorso del vincitore -, il voto degli anziani ha caratteristiche diverse: è stato per molto tempo un voto dato direttamente alla TV, a esprimere gradimento e fiducia nel mondo che quella TV trasmetteva, rendendolo più reale della realtà. Ultimamente, però, anche queste classi di sostenitori dell'ex-cavaliere sono tendenzialmente in caduta. La condanna del Cavaliere è un dato reale, che anche se non viene preso troppo sul serio pesa comunque sul suo giudizio e, ancor di più, pesa la crisi economica di fronte alla quale il nostro valoroso B. si è dimostrato un chiassoso e inutile moscone in mezzo alla tempesta. Questo ovviamente non significa che i votanti di B. siano pronti a passare massicciamente a sinistra, ma non è detto che lo vogliano seguire fino alla fine. Una parte considerevole del suo elettorato si è già traferita sotto le bandiere di Grillo, attirati dalle urla del comico che promette un'Italia senza Euro né impegni con l'Europa, un'Italia che non paga i suoi debiti, che butta fuori gli stranieri e che riduce il suo debito pubblico licenziando gli statali (!!!). Il ché è almeno in parte la base ideologica dei Tea Party, detto per inciso.
Sì, questa volta parlerò di lui, il nostro beneamato B., l'uomo che ha contribuito a rendere l'Italia un paese anche più corrotto, disperato e vile di quanto non fosse. Un colpevole tra i molti colpevoli, un corruttore ma di genio e fantasia, forte con i deboli e debole coi forti, dotato di un numero considerevole di manie e con alcune idiosincrasie tipiche degli italiani della sua età e della sua formazione mentale. A volerlo guardare con attenzione in questo momento c'è di che rimanere esterrefatti pensando a coloro che persistono tuttora nel sostenerlo e nell'augurarsi sia di nuovo lui a divenire presidente del consiglio. Capelli da manichino schierati sul cranio a nascondere la calvizie vincente, rughe ritoccate, occhi piccoli, pronti a scorrere dalla falsa bonomia alla rabbia livida, orecchie enormi che affiancano il cranio come come ali in lenta crescita, corpo piccolo e decisamente inquartato, collo corto, il viso perennemente atteggiato a una smorfia rabbiosa. Onestamente si tratta di un individuo antropologicamente ributtante ma, come l'imperatore della fiaba, c'è sempre qualcuno pronto a dire che i suoi abiti - e con essi i suoi modi, il suo umorismo greve e imbarazzante, il suo gestire da arricchito e ben fiero di esserlo - sono meravigliosi, unici, splendidi, inimitabili, executive e insieme virili, pensosi e mistici. Ma non è tanto l'omarino di burro ormai irrancidito a richiamare la mia attenzione, ma è il vasto popolo - più o meno il 15% della popolazione italiana - a richiedere un surplus di attenzione. Donne, innanzitutto, più del 60% del suo elettorato è femminile. Di basso livello culturale e sociale, molte giovanissime ma anche molte anziane, che posseggono come unico canale di comunicazione con il mondo la televisione. Che hanno una visione appiattita e timorosa della realtà, quel posto dove si aggirano scippatori, truffatori, violenti di ogni genere e razza pronti ad approfittare di una povera donna. Se per i giovani e i giovanissimi il voto per B. è un voto da menimpipo, dato senza troppa convinzione - fatta eccezione per i fanatici dello statu quo e gli estremisti di centro, sempre pronti a correre in soccorso del vincitore -, il voto degli anziani ha caratteristiche diverse: è stato per molto tempo un voto dato direttamente alla TV, a esprimere gradimento e fiducia nel mondo che quella TV trasmetteva, rendendolo più reale della realtà. Ultimamente, però, anche queste classi di sostenitori dell'ex-cavaliere sono tendenzialmente in caduta. La condanna del Cavaliere è un dato reale, che anche se non viene preso troppo sul serio pesa comunque sul suo giudizio e, ancor di più, pesa la crisi economica di fronte alla quale il nostro valoroso B. si è dimostrato un chiassoso e inutile moscone in mezzo alla tempesta. Questo ovviamente non significa che i votanti di B. siano pronti a passare massicciamente a sinistra, ma non è detto che lo vogliano seguire fino alla fine. Una parte considerevole del suo elettorato si è già traferita sotto le bandiere di Grillo, attirati dalle urla del comico che promette un'Italia senza Euro né impegni con l'Europa, un'Italia che non paga i suoi debiti, che butta fuori gli stranieri e che riduce il suo debito pubblico licenziando gli statali (!!!). Il ché è almeno in parte la base ideologica dei Tea Party, detto per inciso.
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