“Prendo un succo… un succo di albicocca, credo”: rispose Nathalie.
Lui la guardò come se fosse un’effrazione della realtà.
La delicatezza è un piccolo libro senza pretese. Un romanzo delicato, proprio come promette il titolo e nell’accezione migliore del termine. Scritto da David Foenkinos e pubblicato nel 2009, è in testa alla classifica dei tascabili in Francia.
Diciamo subito che non è niente di indimenticabile, ma ha un pregio: si legge in fretta e parla d’amore. Altro punto a favore è che fa ridere. In certi momenti è davvero comico ed è raro ridere con un romanzo. Un ulteriore pregio è che il protagonista è un amante di Cioran (ma mi rendo conto che questo sarà un pregio solo per pochi…)
David Foenkinos e un fan sfegatato di John Lennon, a cui ha dedicato anche un romanzo biografico – Lennon – e ha una spassionata ammirazione per Bella del Signore di Albert Cohen. La delicatezza, il suo ottavo romanzo, ha vinto ben 10 premi letterari ed è stato tradotto in numerose lingue.
Che succede se la donna più bella di tutta l’impresa, la più brillante e charmante, i cui tacchi risuonano pure sulla moquette, quella di cui è innamorato da sempre il direttore, comincia a uscire con un suo collega di grado inferiore, brutto, goffo, insignificante, nonché svedese? E come dovrebbe sentirsi il povero Markus che entra nella stanza del suo superiore col dossier 114 e lei, senza dire niente, si dirige verso di lui, gli arriva vicinissima e gli dà un lungo bacio appassionato?
A questo punto lo svedese perde il sonno e la ragione. Del resto niente come l’amore favorisce l’insonnia. Forse perché come scrive Cioran: “All’interno di ogni desiderio lottano un monaco e un macellaio”.