Nella società odierna arte, letteratura, filosofia, sociologia e altro sono mescolate con gli annunci pubblicitari. Secondo Marcuse le comunicazioni di massa riducono questi “regni della cultura” al loro denominatore comune, ossia la forma di merce. Marcuse suggerisce che la musica dell’anima è anche la musica del venditore.
Egli evidenzia la “mercificazione” presente nella società contemporanea anche nei “regni della cultura”. L’arte, la filosofia, la letteratura e quant’altro diventano parte della cultura “materiale” e in questa trasformazione perdono la maggior parte della loro verità.
Secondo Marcuse una volta le opere artistiche si opponevano alla società, al “sistema morale borghese”, esse rappresentavano il “rifiuto”: ora giacciono nei supermercati e nei centri commerciali.
Si è verificata una desublimazione dell’arte e della cultura: da cultura alta ora sono diventate culture di massa.
Anche l’artista che produce arte, letteratura, filosofia e altro è diventato una sorta di “imprenditore” che vende la sua “merce”.
Arte, letteratura, filosofia, sociologia e quant’altro erano prerogativa di intellettuali e persone acculturate: ora troviamo libri che concernono le suddette materie in centri commerciali o nei “megastore” che si occupano della vendita di libri. In questi megastore i libri vengono venduti insieme a tutta una serie di prodotti multimediali: DVD di film, cd musicali, videogiochi etc.
E’ il trionfo della mercificazione della cultura, una mercificazione totale, assoluta senza scampo.