PER ME SI VA NE LA CITTA’ DOLENTE,
PER ME SI VA NE L’ETTERNO DOLORE
PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE.
E penso al mio futuro con terrore
e 'l dubbio nella mente si dilaga
rivolgomi a Virgilio a malincuore:
Ma pe’ entra’ lì, c’è uno che ci paga?
d’andarci a gratis non mi fo persuaso
ma lo maestro mio manco mi caga
menarmi mi vorrà per lo mio naso?
poscia mi squilla lo telefonino
ma non c’è campo, esco, sarà il caso
son Guido e Lapo stanno al vinaino
saluto e scappo a gambe levate
e ‘l Duca resta lì come un cretino
a ber sotto le stelle fila il Vate.
-----------------------------------------
La Di Vino Commedia, finita di scrivere in osteria davanti a fiumi di rosso, diventa un trattato enologico suddiviso in tre parti, ciascuna delle quali contiene 33 Chianti.