La diagnosi prenatale pro e contro

Da Dietainforma @espriweb

Una delle scelte più difficili di una donna in gravidanza riguarda la diagnosi prenatale. Sapere o meno in anticipo le condizioni di salute del feto è una decisione non semplice da prendere. Grazie all’”amniocentesi”, ad esempio, è possibile individuare eventuali problemi del feto attraverso un prelievo di cellule fetali effettuato con un ago inserito nel ventre materno. Lo stesso risultato si può ottenere anche prelevando un campione di tessuto dalla placenta (“prelievo dei villi coriali”).

Inoltre, una nuova tecnica, chiamata “microarray”, permette di rilevare, dalle cellule fetali prelevate con l’amniocentesi o il prelievo dei villi coriali, anche anomalie cromosomiche di piccola entità attraverso l’utilizzo di un chip. Alcuni dei problemi che possono essere individuati con queste procedure sono: la sindrome di Down, la fibrosi cistica, la sordità congenita, l’autismo, il ritardo mentale, la distrofia muscolare di Duchenne.

Ci sono, però, dei rischi: tutte queste tecniche sono invasive e comportano una piccola possibilità di indurre un aborto spontaneo. Le donne in gravidanza spesso preferiscono non rischiare, anche se la probabilità è minima. La sindrome di Down può essere individuata anche tramite un semplice prelievo di sangue materno, ma questa tecnica non permette di rilevare altri tipi di anomalie.

I pareri sulla diagnosi prenatale sono discordanti in quanto, oltre al rischio di un aborto spontaneo, non è sempre possibile comprendere realmente l’entità del problema. Decidere in questi casi se portare avanti o meno una gravidanza diventa veramente difficile per i futuri genitori e spesso le anomalie vengono rilevate quando il feto ha già dimensioni importanti. Fare una scelta di questo tipo non è semplice perchè da questa decisione dipende una nuova vita!


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