Gli studiosi, dopo 5 anni di monitoraggio, si aspettavano di confermare l’esistenza di un collegamento tra le cattive abitudini alimentari dei partecipanti ed il progressivo peggioramento della loro funzionalità renale e l’aumento di albuminuria. Purtroppo, però, associazioni significative tra questi fattori non sono state riscontrate e si è scoperto che, contrariamente a quelle che erano le aspettative, il maggiore consumo di verdure e di pesce poteva portare ad un aumento dell’albuminuria. Si pensa, però, che questi risultati siano frutto di un monitoraggio troppo breve (durato solo 5 anni), mentre un precedente studio, che aveva dimostrato che una dieta malsana di tipo occidentale poteva peggiorare la funzionalità renale, era stato, invece, condotto per ben 11 anni.
È importante, inoltre, sottolineare che altri studi hanno dimostrato come modelli alimentari sani possano portare ad una sensibile riduzione dei rischi legati a patologie croniche, come il diabete e le malattie cardiovascolari, i quali sono entrambi fattori di rischio per la progressione della malattia renale. Anche l’aver condotto lo studio su persone appartenenti a tante etnie diverse potrebbe essere stato un elemento di confusione. Attraverso un’ulteriore ricerca gli studiosi hanno scoperto che il modello alimentare tipico del sud, caratterizzato da un elevato consumo di cibi fritti, organi di animali e bevande zuccherate, è risultato significativamente associato ad un aumento del rischio di morte nei pazienti con malattia renale cronica.
Lo studio ha incluso 3.971 pazienti con insufficienza renale cronica, di cui 611 sono morti dopo circa 5 anni di monitoraggio. Per una migliore valutazione dell’incidenza del modello alimentare sulla funzionalità renale verranno ora condotti nuovi studi che seguiranno i partecipanti, divisi in modo più omogeneo, per periodi di tempo molto più lunghi.