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La dieta contro l’azotemia: cosa mangiare e cosa non mangiare

Da Andy04 @stilegamesnews

Azotemia alta, la dieta giusta per combatterla

L’azotemia è un valore che indica la quantità di azoto non proteico contenuto nel sangue. Fisiologicamente, l’azoto non proteico o azoto ureico è presente in quantitativi dai 9 ai 20 milligrammi per decilitro di sangue e viene espulso attraverso l’urea, il principale prodotto di scarto delle proteine che vengono assunte con l’alimentazione quotidiana. Quando i valori dell’urea, normalmente tra i 10 e i 50 milligrammi per decilitro, salgono troppo, possono indicare alcune patologia quali l’insufficienza renale, i calcoli, occlusioni dei reni o, nei casi più gravi, di tumore.

I sintomi per cui preoccuparsi sono vari: affaticamento, nausea, diarrea, mancanza di appetito, dimagrimento eccessivo e forte prurito, fino alla ritenzione idrica causata dalla minore produzione di urina. I sintomi sono determinati dal malfunzionamento dei reni che non riescono più a filtrare ed eliminare le sostanze tossiche, che restano in circolo nel sangue.

La maggior parte delle volte, però, è solo uno dei valori indicativi di un’alimentazione troppo ricca di proteine e di abitudini quotidiane sbagliate; seguendo la dieta giusta si può migliorare il valore dell’azotemia e evitare i problemi ai reni. Basta seguire un regime alimentare povero di proteine e ricco di frutta e verdura: non bisogna abusare di carne, formaggio, pesce, uova e legumi e preferire invece i cereali, la frutta e la verdura.

In generale, è bene seguire una breve lista di raccomandazioni, che riportiamo di seguito:  evitare una dieta iperproteica regolando l’apporto di sali come il sodio, il potassio e il fosforo; prevenire le infezioni; bere molta acqua e molto tè; non fumare; tenere sotto controllo i valori della glicemia utilizzando opportunamente insulina o facendo attenzione alla dieta; curare attivamente colesterolo e trigliceridi se e quando necessario; evitare tutti quei farmaci che possono essere dannosi per i reni, ovvero i farmaci nefrotossici; controllare costantemente la pressione arteriosa; effettuare periodicamente le analisi del sangue.


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