La dieta può aumentare il rischio di depressione malinconica

Un nuovo studio finlandese suggerisce che un basso apporto di vitamina B12 e di folati può aumentare il rischio di depressione malinconica. Al contrario, i sintomi della depressione non-malinconica risultano associati ad un aumento del rischio di sindrome metabolica, una condizione correlata al diabete ed alle malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno studiato circa 3.000 finlandesi di mezza età e anziani. Secondo i risultati ottenuti, esistono vari sottotipi di depressione che possono anche essere condizionati dalla dieta alimentare. Per chi soffre di depressione non-malinconica, ad esempio, è preferibile evitare farmaci che possano causare un aumento di peso, mentre la depressione malinconica può colpire chi non segue una corretta dieta alimentare. La depressione malinconica comporta sintomi depressivi tipici, come uno stato d’animo depresso. Quella non-malinconica, invece, è caratterizzata da altri tipi di sintomi, come una bassa autostima e sentimenti di forte ansia e preoccupazione. I ricercatori hanno scoperto che i soggetti che assumono maggiori quantità di folati, hanno il 50% di probabilità in meno di sviluppare sintomi depressivi malinconici. Inoltre, coloro che presentano livelli più alti di vitamina B12, hanno una probabilità tre volte inferiore di sviluppare questi sintomi. Il rischio di sindrome metabolica, invece, raddoppia in coloro che soffrono di depressione non-malinconica, cosa che non si verifica nelle persone che non sono depresse o che sviluppano sintomi di depressione malinconica. La vitamina B12 si può trovare nelle proteine animali (nel fegato, nel rognone, nei muscoli, nel pesce, nel tuorlo d’uovo e nei formaggi stagionati), mentre i folati sono presenti negli spinaci, nei broccoli, nei cavolini di bruxelles, negli asparagi, nell’insalata, nei legumi, nei cereali integrali, nei limoni, nei meloni, nei kiwi, nelle fragole, nelle arance, nel lievito di birra e nel fegato.