La dieta vegana e il China Study

Da Papio54

Tra le mie amicizie, virtuali e non, ci sono molti che hanno scelto l’alimentazione vegana, sia per motivi etici che per ragioni di salute.

Anche un’onnivora come me non può che concordare sulla scelta etica. Oggi sappiamo bene che gli allevamenti intensivi degli animali rappresentano un danno enorme per l’ambiente, in termini di sostenibilità e consumo delle risorse, e causano grandi sofferenze agli animali stessi, costretti a consumare la loro breve vita in condizioni inaccettabili.

Per fortuna esistono molti allevatori, come quelli dai quali attingo, che mirano più alla qualità che alla quantità, e hanno un rispetto estremo per i proprio animali, non fosse altro perché sanno che il risultato finale sarà ben superiore.

Ma perché vegani e non semplicemente vegetariani? Questa è infatti la grande, e un po’ incomprensibile, caratteristica della dieta vegana, ovvero l’eliminazione di prodotti che gli animali ci forniscono spontaneamente. Per la cronaca,le galline fanno un uovo al giorno, non importa se diventa frittata o resta a marcire in un prato, e le mucche producono latte, e non mungerle significa condannarle a morte sicura, oltre a enormi sofferenze.

Dovrebbe quindi essere sufficiente la scelta di una dieta vegetariana. Invece c’è un altro motivo che ha, fino a oggi, convinto molte persone a una scelta alimentare vegana, e riguarda la salute. Si dice che eliminare dalla dieta carne e prodotti derivati dagli animali (latticini, uova) assicuri la protezione da alcuni tumori. In particolare, ci si riferisce a uno studio svolto in Cina, noto proprio come China Study, dal quale emergevano queste verità.

La mia istintiva diffidenza, e soprattutto il fatto di leggere, tra i promotori della dieta vegana, inesattezze al limite dell’assurdo, mi ha portato a verificare a fondo queste osservazioni, e fin da subito ho  avuto la conferma che la dieta vegana non  è perfetta come sembra … ma io non sono una nutrizionista e quindi non mi sono mai permessa di fare osservazioni né critiche, finchè non ho ricevuto la newsletter dell’AIRC.

Qualche giorno fa l’AIRC ha diffuso un articolo che smonta il China Study. In sostanza quali sono le critiche? Per fare una breve sintesi possiamo dire che:

  • Il numero di casi analizzato è troppo alta per avere un valore statistico. In pratica, si sarebbe potuto dimostrare qualunque cosa
  • Lo studio è stato pubblicato in un libro e non come articolo rivolto alla comunità scientifica, smarcandosi così da analisi e valutazioni strutturate
  • Se la caseina può essere un “alimento” per il cancro, è bene sapere che il nostro organismo la fabbrica da solo, anche dalle proteine vegetali, in quanto risulta un alimento essenziale per la nostra dieta. Di più, una quantità misurata può solo fare bene, ed essere protettiva, nell’ottica di un’alimentazione bilanciata e completa.

Potete leggere qui l’approfondimento proposto dall’AIRC, e qui una nota altrettanto interessante proposta dalla Fondazione Veronesi.

Mi direte, ma perché insisto su questo? Non possiamo mangiare quello che vogliamo?

Certo che sì! Ma mi preme sottolineare una cosa, e in particolare mi rivolgo ai più giovani che, con un pizzico di incoscienza, scelgono la dieta vegana. E’ una dieta che va benissimo, ma non può essere organizzata con un superficiale fai-da-te. Le proteine vegetali, più deboli di quelle animali, sono un ottimo sostituto, ma devono essere consumate in quantità e varietà precise, e non approssimative. Il nostro organismo ha la capacità di immagazzinare i grassi e gli zuccheri, ma non può farlo con le proteine. Assumerne troppo poche, o troppo deboli, può portare a guai abbastanza seri che, purtroppo, si evidenziano nel tempo e sono difficilmente reversibili.

Insomma,  liberi di essere vegani, ma con vera consapevolezza e spirito critico.

http://www.airc.it/cancro/disinformazione/the-china-study/?ets_cmmk=3306&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_content=chinastudy&utm_campaign=mensile-2015-luglio&ets_sgmt=18076


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