La difesa di Berlusconi in Cassazione: al massimo si tratta di un'evasione fiscale

Nell'attesa della sentenza della Cassazione e del destino riservato a Berlusconi, non si possono che sottolineare le parole che l'avv. Coppi ha pronunciato ieri nella sua arringa difensiva: «Al massimo possiamo dire che questa è una gigantesca evasione fiscale, si metta una pietra al collo all’evasore lo si butti giù da un ponte, se proprio si vuole (si volge sorridente verso Ghedini, ndr) ma qui non c’è in alcun modo un profilo penale». (dal sito de La Stampa).
Ecco, i fatti addebitati a Berlusconi, secondo la sua difesa, non costituiscono reato ma, al massimo, possono integrare un'evasione fiscale, un comportamento, secondo questa interpretazione, assimilabile ad un peccato veniale, parole che fanno venire in mente l'affermazione berlusconiana che l'evasione dei tributi costituisca una "legittima difesa" rispetto ad uno Stato tassatore ben oltre la soglia del lecito. Un modo di pensare, questo, che ben rappresenta la parabola del berlusconismo e della sua tragica grandezza, quella di aver saputo dar voce agli umori profondi di un paese (in questo caso quella parte che le tasse non le paga).