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Entrambe le squadre erano ben consapevoli che non facendosi troppo del male avrebbero portato a casa la pellaccia. Così è stato e tanti cari saluti all'Olympiacos, retrocesso in Europa League. Ho potuto assistere alla partita dalla Tribuna Est Gold 1° Anello dello Juventus Stadium grazie all'ospitalità di HTC Italia, e devo dire che la visione della gara da quella posizione è stata dir poco fantastica.
La differenza tra Allegri e Conte nel possesso palla
Durante il match ho potuto notare con chiarezza la spinta che la Juve ha impresso particolarmente alla gara nel primo tempo, nonostante non sia mai andata realmente vicina al gol. È stata la sensazione del controllo totale della partita che ha dato l'idea di vedere una squadra trasformata nell'anima, rispetto all'anno scorso. Il possesso palla "ponderato" - anche se la circolazione della sfera è avvenuta in slow motion - è una delle cose che si nota con maggiore chiarezza dalla tribuna. L'Atletico Madrid chiuso negli ultimi 30-40 metri, Pirlo vertice basso di una manovra che ha visto in Pogba e Vidal le prime sponda di gioco, con i laterali Evra e Lichtsteiner seconde soluzioni. Pereryra a fare da stantuffo sulla trequarti, in maniera quasi quasi perpendicolare alla linea di centrocampo.
Il copione di Antonio Conte prevedeva una velocità maggiore della manovra, in direzione degli esterni ma comunque in verticale, a trazione anteriore, che diveniva a tratti compulsione. Era la porta avversaria il principale magnete della circolazione della palla. Nella gara casalinga giocata contro il Galatasaray l'anno scorso, il possesso palla con Conte raggiunse il 57%, mentre nella prima vittoria del cammino di Champions dello stesso anno - ottenuta contro il Copenaghen - fu registrato il 53% di possesso palla, poi contro il Real Madrid si è scesi al 51%. Quest'anno, contro i vice-campioni d'Europa in carica, la squadra di Allegri ha fatto registrare il 71,8%.
La differenza tra Allegri e Conte: i numeri
La disposizione a rombo del centrocampo è ancora più evidente dagli spalti, la forma della squadra è sostanzialmente diversa per sua natura tattica rispetto alla creatura di Conte. Alla quale, Allegri, dovrebbe rubare e iniettare (alla sua di creatura) un po' di velocità nella costruzione della manovra, avvicinare ulteriormente i protagonisti degli scambi e del fraseggio nello stretto. Perché la percentuale di passaggi riusciti è già di per sé notevole (92,1%) come il numero di passaggi realizzati (699 in totale); ha ricordato pallidamente le trame del Barcellona di Guardiola (record di 955 passaggi nella gara in trasferta persa contro il Celtic, nel 2012). Al 30esimo del primo tempo era già evidente: "devono alzare il ritmo, la manovra è troppo lenta".
Non sto mettendo a confronto la Juventus di Allegri e quella di Conte in termini assoluti, mi piace sottolineare l'evoluzione, anche stilistica, subita dai bianconeri in Europa. C'è una convinzione maggiore percettibile dimostrabile solo in parte dai numeri appena esposti. Meno intensità e velocità, ma più maturità e consapevolezza di sé. È questa la grande differenza tra Allegri e Conte in Europa. Almeno fino ad oggi.