La differenza tra Stephen King e Richard Bachman

Creato il 13 settembre 2010 da Soloparolesparse

Sapete tutti che Stephen King per diversi anni ha pubblicato libri (e soprattutto racconti) con lo pseudonimo di Richard Bachman, poi quando l’autore raggiunse il successo planetario il povero alterego morì (di candro dello scrittore), salvo tornare in alcune (rare) occasioni.

La differenza tra i lavori firmati Stephen King e quelli firmati Richard Bachman è sempre stata abbastanza netta.
La copertura di Bach ha sempre permesso a Steve di lasciarsi andare, di non dare troppe spiegazioni, di essere più cinico, più cattivo, più estremo.

In questo post vi mostro un esempio chiarissimo della differenza tra i due.
Ricorderete che nel volume con il romanzo Blaze (firmato Bachman) compare anche un racconto intitolato Memoria.
Si tratta di un racconto del 2006 in cui il protagonista è vittima di un pauroso incidente, rimane fortemente menomato fisicamente ma soprattutto ha dei danni al cervello e non riesce a ricordare le cose, nè a formulare correttamente alcune frasi.
Un buon racconto sotto diversi punti di vista, al punto che l’autore lo riesuma nel 2008 per scrivere Duma Key (che sto leggendo in questi giorni e vi racconterò al momento buono).
Memoria diventa praticamente il primo capitolo di Duma Key e da origine alla vicenda, con piccole correzioni nel testo originale.

Ma sono proprio queste piccole modifiche a dare il senso della differenza tra Stephen King (che firma Duma Key) e Richard Bachman (che firma Memoria).
Non rubo altro tempo e vi riporto il periodo che ha dato lo spunto per questo post, quello che (senza ulteriori commenti) è in grado di dimostrare la cinicità di mr. Bachman.

Da Memoria:

Per qualche istante mi sono trovao in un’oscurità invasa da quel rosso e ho sostenuto il collo di Gandalf (un cane n.d.b.) nell’incavo del braccio sinistro che ora lavora per due ed è molt robusto. Ho piegato il braccio con tutta la forza che ho, l’ho piegato come quando faccio i miei esercizi con il peso da cinque chili. Poi ho aperto gli occhi. Gandalf era muto, con gli occhi fissi oltre la mia faccia e oltre il cielo sopra di me.

Da Duma Key:

Per qualche istante mi sono ritrovato in un’oscurità invasa da quel rosso; poi ho aperto gli occhi. Mi stringevo Gandalf al petto con il braccio sinistro e i suoi occhi erano fissi su di me…
No, oltre me. E oltre il cielo.

Allora… cosa manca?


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :