Oggi si parla di cose molto personali, cose anche dolorose ma che fanno parte della mia vita da sempre.
parlo dei chili di troppo che mi porto addosso, quindi in definitiva si parla di grasso.
Nel passato chi era grasso era ricco, quindi veniva rispettato, ma allora di grassi ce n'erano pochi perché la fame imperava e quindi era più facile essere magri, la dieta ti era imposta dalla scarsità.
Oggi viviamo in una società che dell'abbondanza ha fatto una sua legge, tutti possono avere tutto, almeno qui da noi, ed il nostro cervello più antico, quella parte dietro, vicino al serpente, quella parte che per poter avere una fetta di cacciagione era pronta a morire o ad uccidere, vede in tutta questa abbondanza l'occasione per fare una scorta abbondante in vista del ritorno della povertà e della fame.
Il fatto che poi la fame sia un concetto che ci sfugge oramai, al cervello mica importa, per lui è importante che noi si sia pieni di proteine, calorie e grassi per affrontare le situazioni difficili.
Questo istinto è in tutti noi ed è il primo stimolo che porta il nostro corpo ad incamerare grandi quantità di cibo. Poi entrano in gioco anche tante altre componenti psicologiche che non ho ne la capacità ne la cultura per esporvi nella sua complessità ma che unita allo stimolo animale porta alcuni di noi, e non pochi vi assicuro, ad assumere dimensioni sempre maggiori fino a diventare grassi, ed alla fine obesi.
Siamo in molti, purtroppo, e questo in una società che invece sempre più spesso esalta la fisicità androgina e anoressica, con la ricerca del bello e del fisico scolpito a tutti i costi. questo porta tutti noi a sentirsi inadeguati ed a sentirsi come corpo estranei in qualunque situazione, come se attorno a noi fosse pericoloso o peggio, disgustoso, stare.
E se da noi emana questa sensazione di inadeguatezza, da parte degli altri, i magri, quelli che non sentono lo stimo al divorare, quelli che non sanno nemmeno cosa sia il desiderio sfrenato di cibo, di dolci o qualunque di questi stimoli incontrastabili, da parte di tutti loro c'è una sorta di rifiuto, di incomprensione, di ostracismo che rafforza la nostra incapacità di inserimento. Questo perché il grasso è visto come il male, come una cosa da ignorare o condannare, senza pensare che sotto quel grasso si nasconde una persona, magari ricca, magari profonda, brillante, vivace, simpatica, intelligente.Il nodo di fondo è che tra magri e grassi non c'è possibilità di comprensione, per il semplice fatto che nessuno dei due ha esperienza delle difficoltà dell'altro. E' come se si trattasse veramente di due lingue e due razze diverse. Quante volte voi sovrappeso, avete sentito un magro, uno di quelli che non ha problemi a mantenere la linea perché gli basta nulla per perdere i chili che assume per sbaglio (si parla sempre di massimo un chiletto), dirvi" ma secondo me è una questione di volontà, se tu volessi veramente dimagrire lo potresti fare, è che in realtà tu non vuoi dimagrire davvero".
Sono parole che ho sentito un centinaio di volte ed ogni volta mi sale la bile alla bocca, avrei voglia di scatenarmi in un massacro sanguinario e violento.
Queste persone pensano davvero che noi non si faccia nulla per dimagrire, che in realtà siamo tutti persone senza midollo, che mangiano per il gusto di mangiare e vogliono il grasso che hanno addosso.
Non sanno che una volta grassi dimagrire è difficilissimo, perché quello che hai addosso, da anni, per andarsene vuole la dinamite.
Non sanno dei disagi psicologici, delle depressioni, delle crisi di panico, della sensazione di disagio che richiede il cibo, perchè il cibo viene visto come rifugio, come mezzo consolatorio, come strumento per riempire l'immenso vuoto che sentiamo dentro, o come fodera per proteggerci dal mondo fuori.
Non sanno che le diete, innumerevoli, fatte e rifatte non hanno spesso e volentieri avuto risultati di qualche valore, e che il continuo entrare ed uscire da queste diete spesso ci ha sballato il livello glicemico, i livelli insulinici, le capacità assimilatorie.
Spesso le diete sono peggio del nulla perché se non fatte bene creano problemi di salute e fisici.
non sanno dei periodi in cui non mangiamo perché disgustati di noi stessi o di quelli in cui ci abbuffiamo perché disgustati da noi stessi.
Non sanno degli anni di odio puro verso noi stessi che ci porta a mortificarci, a nasconderci, a sottovalutarci ed a accettare qualsiasi tipo di sopruso perché pensiamo di meritarlo.
Io ho 46 anni e peso 112 chili.
Ora come ora non me ne vergogno più. Mi accetto come sono, mi piaccio anche a volte, e se sto cercando di dimagrire, come sto cercando di fare, non è perché non mi piaccia, ma perché voglio stare meglio con i problemi che ho.
Per poterlo fare ho già subito tre ricoveri e potrei dover essere "internata" in un c
Io ho superato oramai tutti i disagi immensi che provavo una volta, anche grazia ad un compagno, che a parte il fatto di essere anche lui sovrappeso, mi adora per come sono, mi ama e mi trova bella come sono. Ed anche grazie ad una cerchia di amici, che sono composti sia di persone sovrappeso che di persone magre, che mi apprezza ed ama per quello che sono, e spesso mi trova anche bella, perché accettandomi per come sono mi so anche valorizzare e lo faccio volentieri, cosa che prima non potevo e non volevo fare.
questo non toglie che ci siano persone che per strada, al lavoro, in altre situazioni, si sentano autorizzate a deridermi, o guardarmi con compianto per la mia stazza, a consigliarmi questo o quel rimedio miracoloso, convinte che il rifiuto che sentono debba essere uguale a quello che devo sentire io.
Come possono? Come osano? Guardo con disprezzo i loro nasi lunghi, i loro occhi storti, le loro chieriche in testa, la loro incapacità di vestire in maniera decente, il fatto che abbiano una igiene al quanto precaria o qualunque sia la loro problematica?
Loro sono quelli che sono, io sono quella che sono.
Se potrò cambiare cambierò, ma anche se potessi dimagrire io non voglio diventare magra.
Non mi piacciono i magri. non lo faccio pesare certo loro ma penso che abbiano troppe ossa, troppa poca sostanza da poter afferrare, troppa tristezza nel loro sguardo a volte.
Sono stata magra, per un brevissimo periodo. lo sono stata per un periodo brutto della mia vita, anche se io me lo ricordo come bello. lo sono stata perché per un anno sono stata bulimica, ed a forza di vomitare anche i liquidi ero diventata magra. Ma chi mi stava vicino pensava fossi diventata schizzofrenica, pensava avessi perso il mio spirito la mia verve e fossi diventata triste.
Io sono solare, sono sorridente, amo la vita, e questo sembrava spento nella Kikka magra.
In fondo non vogliamo altro che vivere la nostra vita con la dignità delle altre persone, senza dover rischiare di perdere noi stessi perché gli altri ci convincono della nostra adeguatezza.
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