La dignità del romance: tra sogno e illusione

Creato il 06 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Alessandra Zengo Sto scrivendo un romance, ma mi pareva di avervelo già comunicato in un mio recente delirio. Non un granché in realtà (poi starà a voi giudicarlo se o quando lo leggerete), essendo la mia prima prova seria da pseudo scrittrice. Non vi elenco i cervellotici motivi che mi hanno spinto a tale scelta (io, la persona meno romantica presente su tutto l'orbe terracqueo), però qualche riflessione sul romance la faccio comunque, dato che negli ultimi giorni m'è capitato di parlarne spesso e in occasioni diverse. 
Si parla sempre della dignità perduta (o mai avuta?) del romance. Mi sono sempre sembrate chiacchiere inutili. A quale scopo parlarne? Ogni cosa si deve dimostrare con i fatti, che — mi dispiace dirlo  scarseggiano. Il romance non ha bisogno di essere declamato o difeso da parole inutili e piene di retorica. Vogliamo che il romance venga considerato maggiormente e con meno disprezzo? Si cominci a scrivere libri scritti bene, con una concreta evoluzione dei personaggi, con dialoghi arguti e intelligenti, con eroine che abbiamo un po' di sale in zucca e eroi che non siano solo muscoli e pettorali. C'è altro. O almeno, nel mondo in cui vivo io. 
Non voglio che la gente sia troppo simpatica: questo mi risparmia il disturbo di volerle molto bene. Lettere, Jane Austen
E vogliamo parlare del sesso? Tonnellate di pagine inutili in cui vengono descritti amplessi a manetta che non hanno alcune funzione. E può anche andar bene, ma è troppo chiedere un po' di eleganza e buona scrittura in queste scene? Di solito, leggendo una scena d'amore ci si chiede se l'autrice abbia dato il peggio di sé nello scriverla. E questa è la regola, non l'eccezione, nel caso ve lo steste chiedendo. Quello che non si è capito è che l'erotismo, la passione, il desiderio possono essere tangibili e sublimati anche senza la descrizione di una limonata dura o peggio. Consiglio di leggere Cime Tempestose, tanto per fare un esempio che tutti conoscono. O, dato che nell'ultimo periodo sono stata irrimediabilmente catturata dal fascino inglese di Cumberbatch e quello irlandese Andrew Scott, di guardare le scene tra Sherlock e Irene Adler nella serie tv della BBC. Impareggiabili, dove la tensione erotica tra i due è sempre altissima in tutte le scene. Arriverete a fremere anche solo quando Sherlock sussurrerà un flebile "I took your pulse", che segna lo scacco matto alla dominatrice.
Heatcliff ama, adora, venera soltanto Catherine, insieme alla quale fugge ogni mattina nella brughiera e nella foresta, sia d'estate sia d'inverno, a costo di venire inseguito, punito e percosso. Se Heathcliff è la tenebra, Catherine è lo splendore della luce; se Heathcliff è il balbettio informe dell'espressione, Catherine è il fulgore radioso ed effimero della parola. Il suo estro è sempre eccitato; non sta zitta un secondo; ride, canta, tortura la moltitudine dei silenziosi. Vivacissima e sfrenata, ha gli occhi più graziosi e il sorriso più dolce e il passo più lieve di tutto lo Yorkshire. Non conosce né il passato nè il futuro: vive nel presente, nell'incantevole presente del mondo; e un semplice fascio dorato di fiori di zafferano disposto sul suo letto, basta a riempirla di gioia. Non sa nascondere le sue passioni: non conosce nè discrezione nè riserva. Catherine emana fascino: la seduzione più intima, profonda, tremenda; se si guarda intorno coi suoi occhi carezzevoli, qualsiasi cattivo umore cede, nessuno può resisterle, e una primavera di dolcezza e un «costante sorriso di sole» avvolgono i suoi gesti.Pietro Citati
Quello che non si deve dimenticare è che il romance è un genere d'evasione. Non potrà mai accogliere riflessioni profonde sull'uomo (et similia, non sto ad elencare tutte le cose che NON può essere) e non potrà mai essere alta letteratura. Se è questo che qualcuno pensa o spera, si illude perché è una cosa impossibile per sua definizione. Un romance è un romanzo — contemporaneo o storico — che ha come pilastro fondamentale la storia d'amore, le turbe mentali dei protagonisti, la loro passione amorosa, il rapporto tra due individui che scoprono progressivamente di amarsi e il loro percorso di scoperta reciproca. L'ambientazione, per quanto dettagliata e ben costruita, rimarrà sempre sullo sfondo; non ci saranno eventi particolarmente sanguinosi e violenti; le riflessioni storiche saranno ridotte ai minimi termini o totalmente assenti, come gli accenni alla politica dell'epoca presa in considerazione. Insomma, un romance è puro e semplice intrattenimento e non chiede di essere niente di più, niente di meno. Non per questo deve, ovviamente, essere bistrattato, ma nemmeno eccessivamente elevato. Sarebbe sbagliato, perché significa travisare quello che è lo scopo primario di questo genere: emozionare. Punto. Altri scopi non ne esistono. (Fatevene una ragione!) E non venite a dirmi che Cime Tempestose e Orgoglio e Pregiudizio sono romance. Non lo sono. Sono classici (e di livello irraggiungibile) e, personalmente, non ho ancora incontrato una novella Jane Austen — italiana o straniera — che sappia coniugare una storia d'amore con una sotterranea ironia coniugata a un'attenta critica sociale. Nel caso me la fossi persa: fuori il nome. 
Ora dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina... la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto; e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu... oh, Dio! Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba? 
Tengo a precisare che sono una lettrice di romance (e scrivo pure per una rivista che ne parla ampiamente), e ne leggo in quantità industriali. Almeno non potrò essere tacciata di essere una persona che parla a vanvera senza aver letto nulla. Poi, dato che di solito scrivo sempre qualche consiglio letterario per la settimana, vi segnalo Jennifer Donnelly, pubblicata in Italia da Sozogno. Autrice meravigliosa, che scrive romanzi storici superbi e sontuosi. Con storia d'amore, of course, dato che stiamo parlando d'ammmore. Con tre M. Sto leggendo il tomazzo Come una rosa d'inverno, sequel de I giorni del tè e delle rose, ma che si può leggere anche singolarmente. In uscita, sempre per Sonzogno, anche Una Rosa Selvatica, la sua ultima fatica. Insomma, leggetela perché ne vale davvero la pena. 

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