La dimensione elettrica in Formazza

Creato il 06 febbraio 2015 da Emercatali


LA DIMENSIONE ELETTRICA 
in Formazza

Sopra al titolo: Centrale idroelettrica di Crego (Premia - Verbania) - 1916-19, operadi Piero Portaluppi. Disegno originale del progetto (particolare).
Sotto al titolo: Centrale idroelettrica di Crego (Premia - Verbania) - 1916-19, opera di Piero Portaluppi. Particolare della facciata.
Il tema di questo articolo è solo apparentemente lontano dalle tematiche turistiche, in quanto parrebbe trattare questioni molto specialistiche: la produzione di energia elettrica ai primi del '900. La questione inerente l'avvio del programma di industrializzazione della valle per lo sfruttamento delle sue abbondanti acque finalizzato alla elettrificazione non solo della valle ma di tuttoi i territori di pianura che le fanno da naturale sbocco, attorno alla regione dei grandi laghi prealpini italiani, è invece uno dei più affascinanti racconti le cui testimonianze oggi costituiscono una delle maggiori eccellenze da visitare per chi ama il rapporto tra natura e architettura, e per chi vuole scoprire l'affascinante epopea dei progressi tecnici della modernità.
Chi si vorrà infatti addentrare nella valle dell'Ossola e nelle sue adiacenti (Antigorio-Formazza, ecc.), anche solo per raggiungervi la sua parte finale ove la maggiore attrattiva è costutuita dalle cascate del Toce, od i parchi naturali dell'Alpe Devero e Veglia, si imbatterà facilmente nelle molte fascinose centrali elettriche realizzate dall'impresa elettrica Conti nei primi decenni del secolo XX, tanto ricche di tecnologia internamente, quanto architettonicamente fantasiose se viste dall'esterno, così simili a castelli, o a superbe dimore dei secoli che furono.

Dall'alto: Società Alberghi della Formazza: Albergo Cascata del Toce nel 1922, anno in cui si diede inizio al suo restauro ed alla sua ristrutturazione con ampliamento (1922-23), ad opera dell'architetto Piero Portaluppi di Milano;  Albergo Cascata del Toce nel 1929, appena terminati i lavori di ampliamento;  Wagristoratore: progetto di ampliamento con corpo centrale, ad opera dell'architetto Piero Portaluppi (1929-30);  Fase di collocazione del wagon-restaurant su pilastri (foto d'epoca).
Questi non sporadici eventi di bellezza, a contatto diretto con la roccia, coi torrenti, con i prati della valle ci rivelano subito quanto interesse sappiano suscitare, anche presso i non addetti ai lavori, e quanto ampio dispiegarsi d'intuizione e stile essi sappiano sprigionare.  Una serie di fortunate coincidenze, che descriviamo nell'articolo, ha saputo determinare questo concerto di capolavori, capaci, nel loro assieme, di connotare il paesaggio odierno delle valli, attraverso l'ampiezza di vedute che li hanno saputi determinare e gli stilemi che determinano un così forte impatto visivo su chi percorre quelle strade.

Centrale idroelettrica di Crevola d'Ossola (Verbania) - 1923-25, opera dell'architetto  Piero Portaluppi
L'avventura incomincia quando uno dei più promettenti professionisti milanesi dell'architettura, già molto richiesto disegnatore satirico, Piero Portaluppi, su incarico di Ettore Conti, figura di primo piano dell'imprenditoria elettrica italiana, avvia la propria carriera, solo due anni dopo la laurea, e a soli 24 anni, nella creazione dell'immensa impresa che creerà, tra il 1912 e il 1926 le centrali elettriche più importanti dell'alta italia. Le più spettacolari tra queste sorgono in Val Formazza, una valle che da Crodo, nell'Ossola, si estende a Nord fino alle cascate del Toce, e sono: a Verampio, a Crevola, a Vadarese, a Valdo. Solo l'anno dopo l'avvio dei lavori, nel 1913, Piero Portaluppi sposa la nipote di Conti, così divenendovi parente stretto. Contemporaneamente alla stesura dei progetti, ed al relativo avvio dei cantieri in Formazza, Piero Portaluppi, intraprende l'attività accademica presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, della quale diventerà Preside, inizia la stesura e la pubblicazione di studi sull'architettura italiana del '400 e sul restauro dei monumenti, nonchè l'attività di urbanista con il Piano regolatore di Milano del 1927. Tutto ciò lo condurrà fino all'inizio della guerra, in un periodo che amplierà a tal punto la sua fama, da porre le basi, a partire dal dopoguerra, ad una foplgorante carriera che lo farà emergere tra i principali nomi dell'architettura italiana a cavallo tra tradizione e modernità, e ad essere definito, come farà Guido Canella, introducendo la prima importante raccolta della sua opera completa, "Un eroe del nostro tempo".

 
Centrale elettrica di Verampio (Crodo - Verbania, Frazione Verampio), 1912-17, opera dell'architetto Piero Portaluppi. Dall'alto: vista dal giardino (in primo piano Ettore Conti); Villa per il direttore; Scorcio dal giardino.
Si creano così le condizioni, nel corso degli anni che vedono crescere le prime grandi centrali d'alta valle, affinchè si incominciasse a profilare l'idea di uno sviluppo turistico della zona, lungo la linea ferroviaria e stradale del Sempione, e le sue diramazioni, che vedevano la Formazza quale maggiore tra le valli. L'idea di promuovere l'avanzata del turismo dalla zona di fondovalle, presso Crodo, già famosa per le sue acque salutari e le sue Terme, fino all'alta valle ove il Toce formava la sua più ampia scenografica cascata, venne all'Impresa Girola, la quale, assieme alla Società Edison, che aveva assorbito da poco la Ettore Conti, ed assieme allo stesso Portaluppi, quali proprietari della Società Alberghi Formazza, commissionò a Piero la ristrutturazione, il restauro e l'ampliamento dell'Albergo Formazza, già Cascata del Toce. L'operazione diede grande impulso a tutta la vallata, nel momento in cui furono realizzati i collegamenti stradali tra Crodo e la Cascata del Toce, e dopo l'avvenuta ultimazione dell'ampliamento del grande complesso alberghiero, tuttora in funzione.
 
Centrale elettrica di Kastel (Formazza - Verbania, località Sottofrua), 1922-23. Opera dell'architetto Piero Portaluppi. Villa per il direttore.
Come nota a margine segnaliamo il sorprendente esperimento proposto da Piero Portaluppi, e parzialmente realizzato nei pressi dell'Albergo, ad oltre 2300 metri di altezza, intitolato Wagristorastore, che consisteva nella costruzione di un nuovo ristorante costituito dalla addizione ad un corpo centrale edificato di nuova costruzione di due vagoni: una carrozza-ristorante ed un vago-lit  delle ferrovie italiane, appoggiate queste ultime su pilastri di sostegno. L'operazione evidenzia, tra l'altro, la personalità estrosa e ironica del proprio autore, in parte debitore, in quel momento, qui realizzato come simbolico omaggio, nei confronti dell'Impresa Girola, realizzatrice, tra le altre cose, anche di tratti di strada ferrata sul Sempione, tra Domodossola e Iselle, ed in parte anche all'idea teorica, allora estremamente in voga, della lecorbusiana "machines à habiter". L'esperimento si è concluso accostando semplicemente tra loro le due carrozze ferroviarie, che per qualche tempo furono utilizzate dalle folte schiere composte dal turismo alpino motorizzato, in grado di raggiungere in proprio quelle alte zone montane, mentre mai fu realizzato il corpo centrale in muratura. Oggi restano sul sito unicamente i supporti in calcestruzzo.

Sopra: Centrale idroelettrica di Verampio (Crodo - Verbania), 1912-17, opera dell'architetto Piero Portaluppi. Interno della sala macchine.Sotto: Centrale idroelettrica di Crego (Premia - Verbania) - 1916-19, opera dell'architetto Piero Portaluppi. Interno della sala macchine.
Le centrali funzionano tuttora a pieno ritmo. Nella centrale di Verampio è stato festeggiato nel 2013 il centenario dall'anno di costruzione, al quale abbiamo partecipato. Vi è stata posta una scultura, nel giardino, costituita da uno dei grandi rotori delle turbine, a memoria di quella straordinaria epopea, nella quale energici e geniali uomini hanno trovato modo di produrre lavoro coniugando tecnica e arte entro un unicum, capace di trasformare e dare lustro all'intera valle. 
Oggi vale la pena di soffermarsi, girovagando per la valle Formazza, a guardare, ed a fotografare, questi gioielli, oppure, per i più appassionati, è perfino possibile un tour tematico che comprenda le visite entro i recinti, approfondendone gli aspetti tecnologici ed architettonici.Questi ultimi, in particolare, sono ricchi di spunti per lo studio del linguaggio eclettico e del passaggio tra questo e il modernismo. Nessuno, meglio di Piero Portaluppi, può segnare un così intenso periodo di grandi cambiamenti, se non di vere a proprie rivoluzioni.
Segnaliamo, per un approfondimento, un paio di articoli che Taccuini ha pubblicato su un'altra opera di Piero Portaluppi, la villa Necchi Campiglio, a Milano, oggi gestita dal  FAI (http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2010/11/una-visita-villa-necchi-campiglio.html) (http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2010/09/normal-0-0-1-1089-6209-51-12-7625-11.html).
Enrico Mercatali
Lesa,  febbraio 2015

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