La Dinastia: il Logorante Potere dei Cinque Imperatori

Creato il 28 aprile 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Giuseppe Floriano Bonanno 

Tra le dune del deserto un solerte centurione uccide a sangue freddo Cesarione, figlio di Giulio Cesare e Cleopatra, sotto gli occhi gelidi di Cesare Augusto che ha impartito l’ordine. Un oscuro sacerdote, tutore dell’adolescente, maledice il comandante romano e tutta la sua schiatta: in quel momento si compie il destino crudele di due famiglie, quella dei Giulio-Claudi e quella dei Cherea! Inizia così La dinastia – Il romanzo dei cinque imperatori (Newton Compton Editori), il libro di Andrea Frediani dedicato alla storia della dinastia Giulio-Claudia fondata da Augusto ed estintasi con Nerone. Di Frediani possiamo dire tantissimo (una lunghissima bibliografia è lì a testimoniarlo), che sappia rendere vivi, reali ed attuali i suoi personaggi, è però il merito maggiore che possiamo ascrivergli. Immergersi nella lettura delle sue opere è, infatti, un’esperienza a tutto tondo che non lascia mai delusi, che ci cattura, ci avvince e ci porta alla parola fine in un crescendo di sensazioni, emozioni e aspettative. La dinastia non sfugge a questo percorso, nonostante le ottocento pagine in cui si dipana e la miriade di protagonisti, storici e non, che mettono alla prova la concentrazione del lettore, invitandolo a stare sempre sul pezzo per non perdere la bussola e smarrirsi. Raccontare un secolo ricco di eventi attraverso cinque tra gli imperatori più famosi e leggendari dell’Impero Romano è certamente obiettivo da far tremare i polsi a qualsiasi scrittore, anche ad uno di quelli che, insieme a Guido Cervo e Valerio Massimo Manfredi, rappresenta il top tra i maestri del romanzo storico. Rifacendosi alle fonti più disparate, tra cui in primis Tacito, Svetonio e Cassio Dione, coevi ai fatti, ma appunto per questo tra i più coinvolti e di parte (appartenevano alla classe senatoria ed equestre, quella più danneggiata dalla creazione dell’Imperium), l’autore riesce tuttavia a dare una lettura personale delle vicende descritte, scegliendo una linea guida che è quella di dare spazio a protagonisti ed episodi che meglio rappresentassero la deriva del potere, la relativizzazione dei valori, la corruzione dell’animo ed il logorio emotivo risultanti dalla possibilità di esercitare una autorità pressoché assoluta sugli altri. Si comprendono così i cospicui sbalzi temporali e le tante omissioni, ma, proprio con queste “libertà narrative”, è stato possibile costruire non una serie asettica di monografie sui Giulio-Claudi, ma un romanzo corale dove ogni personaggio si inserisce alla perfezione nel particolare per poter astrarre al generale.

Il lettore vede scorrere davanti ai suoi occhi, come in un film appassionante, violento e trasgressivo, una pletora di personaggi, maschili e femminili, che colpiscono in modo differente, ma che lasciano sempre a bocca aperta: da Augusto a Tiberio, da Caligola a Claudio, per finire a Nerone assistiamo difatti alla degenerazione del potere, che divora i protagonisti riuscendo a renderli sempre peggiori dei predecessori. Ossessionati dalla sensazione di onnipotenza, essi vedono in parenti, sodali e avversari sempre, e solo, dei potenziali nemici da abbattere e distruggere per conservare il proprio ruolo di sovrani assoluti. Le stesse donne, da Livia ad Agrippina Maggiore, da Antonia a Messalina, da Poppea ad Agrippina Minore, paiono vivere soltanto per tessere trame che possano avvantaggiare sé stesse o i propri discendenti al fine di detenere un po’ di quella autorità che divora le loro anime portandole a compiere gesti esecrabili ed impensabili in un animo femminile. Uomini e donne sono vivisezionati senza pietà enunciandone le virtù, poche invero, ed i vizi, tantissimi, restituendoci figure complesse, ma spaventose, tanto da portare il lettore a porsi la fatidica domanda se il potere, non temperato da legittima opposizione, logora e divora a tal punto da trasformare chi lo detiene in un mostro senza più scrupolo alcuno. Gli atroci delitti, le vendette, gli assassini, l’uso smodato e trasgressivo del sesso escono dalle pagine del libro colpendoci allo stomaco con pugni di inaudita violenza, tanto da farci dubitare di poter definire civili quei tempi ed evoluto quel sistema di governo. A fare da contraltare ai Giulio-Claudi c’è la famiglia dei Cherea che, da Marco, uccisore di Cesarione, passando per Cassio, uccisore di Caligola, e finendo a Bruto e Porzia che accompagneranno alla tomba Nerone, è legata con un doppio filo a quella imperiale, rappresentando la depositaria degli antichi ideali di libertà e di repubblica, incapace però di opporsi compiutamente ad essa, tanto da finire per macchiarsi di assassinii brutali e di vili comportamenti. Ogni lettore avrà probabilmente i suoi preferiti tra i tanti protagonisti, resi vivi dalla prosa, semplice e diretta, e dallo stile, scorrevole e coinvolgente, di Andrea Frediani, cui non si può che perdonare l’eccedere in minuziosi dettagli di omicidi ed orge. Si resta tuttavia sconvolti da come personaggi, additati a fulgidi esempi per le future generazioni, i cui lasciti, architettonici, politici, amministrativi e militari, sono da sempre sotto gli occhi di tutti, siano potuti essere contemporaneamente anche degli autentici mostri capaci di ogni possibile, esecrabile, azione, per mantenersi al vertice dell’Impero! Da leggere dunque con attenzione e senza preconcetti, soffermandosi poi a riflettere.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :