La Ditta PDL tiene in scacco l'Italia dellutrianamente.

Creato il 13 marzo 2012 da Laperonza

Sembra stupido trattare questo argomento e, in effetti, sono rimasto in bilico tra lo scriverci e il non scriverci fino ad ora. Ho optato per lo scriverne in quanto reputo importante rimarcare tutte le sfaccettature di questo momento politico per capire, individuare i comportamenti perniciosi e cercare di evitarli in futuro.

Mi riferisco all’atteggiamento del PDL nei confronti dell’appoggio al governo Monti. Sappiamo da molto tempo quale sia il grado di senso dello Stato e di responsabilizzazione che non solo Berlusconi ma tutti i suoi “dipendenti” (perché questo sono i parlamentari e gli esponenti del PDL, non partito ma azienda), ma in questo particolare frangente credo risulti tutto molto più evidente che in passato.

Berlusconi ha iniziato a far politica dopo tangentopoli chiaramente preoccupato per il crollo di un sistema che gli aveva consentito di diventare quello che è, ossia l’uomo più potente d’Italia. Ha quindi creato un nuovo sistema ad hoc che aveva il solo intento di tutelare i suoi interessi delle sue aziende. Questo sistema ha governato l’Italia fino ad ora e il PDL oggi si trova nella necessità di continuare l’opera di supporto a Mediaset e consociate pur non essendo più al governo. Il compito è difficile ma non impossibile.

Il governo Monti, infatti, non essendo un governo politico inteso nel senso canonico del termine, si regge su un consenso parlamentare tanto ampio quanto fragile in quanto la sua maggioranza è composta paradossalmente da chi fino a poco fa era al governo e chi era all’opposizione. Secondo logica ci sarebbe da chiedersi perché chi era al governo debba appoggiare un esecutivo diverso quando poteva fare le stesse cose avendone il potere, ma così divaghiamo.

Il governo Monti, essendo “tecnico”, ha la possibilità di effettuare quelle riforme che un governo politico non troverebbe utile fare da un punto di vista del tornaconto elettorale. Le scelte impopolari sono spesso necessarie ma non vengono prese in quanto intaccano il consenso e i partiti esistono proprio grazie al consenso. Nel caso del governo Berlusconi alcune scelte non sono state fatte non tanto perché impopolari quanto perché, nonostante la necessità, esse erano dannose per le attività economiche dello stesso Presidente del Consiglio. Evidentemente è proprio per questo e per il fatto che tutto o quasi l’impegno del Governo sia stato profuso per provvedimenti di appoggio a Berlusconi che ci troviamo nella condizione in cui siamo e a cui Monti deve porre rimedio.

In questo è anche necessario mettere finalmente mano all’ordinamento del sistema radio-televisivo, cosa che avrebbe tranquillamente potuto fare anche il governo Prodi in entrambe le sue edizioni ma, inspiegabilmente (ma in questo potremmo chiedere lumi a D’Alema) non lo ha fatto. Ed ecco che il PDL nega il suo appoggio. Non lo fa esplicitamente perché non intende assumersi la diretta responsabilità di una crisi ma lancia un messaggio chiaro e tendenzialmente intimidatorio (in stile dellutriano, di appoggio esterno a un “non reato”): se toccate la questione frequenze facciamo saltare tutto. E questo in barba alle necessità del Paese, alla recessione tecnica, ai lavoratori che hanno bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio, alle famiglie che necessitano di misure a tutto campo per uscire dall’empasse.

Si può obiettare che la riforma del sistema radio-televisivo non sia urgente. Lo è. Primo perché quando questo governo giungerà a fine mandato e si tornerà al voto dovremo avere un Paese normale ed una informazione normale sulla quale essere liberi di formare la nostra opinione. Secondo perché un governo, per quanto tecnico, non può avere una sovranità limitata e questo Monti lo deve dimostrare anche andando contro l’interesse di uno dei suoi sostenitori in Parlamento.

Ora è lecito domandarsi fino a che punto possa arrivare il cinismo e l’irresponsabilità del PDL. Saranno in grado di far cadere il governo Monti? Saranno tanto criminali da aprire una crisi e far precipitare l’Italia in un baratro ben peggiore di quello greco? Onestamente credo che ci sia la possibilità forte che questo accada anche se mi auguro che, all’interno della Ditta PDL ci sia ancora qualcuno in possesso di un minimo di coscienza. Magari sogno.

Luca Craia


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