La diva Giulio

Creato il 04 gennaio 2012 da Ilpescatorediperle
«Ora finisce la proiezione antropomorfa e per certi versi fanatica o finta della vecchia dividente ideologica: comunismo e anticomunismo, bene e male, giusto e ingiusto, bianco e nero. Si attiverà un processo di disgregazione-riaggregazione creatrice. Un processo generato dalla severità della crisi che selezionerà specie politiche diverse per serietà, competenza, internazionalità. Conteranno meno l'hardware e le strutture tradizionali della politica italiana e sempre di più il software, le idee».

Da dove viene questo testo?

Un comunicato delle nuove BR? 
Un saggio di Jeremy Rifkin?
Il manifesto dell'Unione Monarchica, delle Bestie di Satana o del Club del Libro?
No. È l'ennesima puntata de Le interviste frizzanti di Aldo Cazzullo.
All'intersezione con Le mirabolanti sparate di Giulio Tremonti
Tremonti, fino a metà novembre ministro dell'Economia del IV governo Berlusconi, ha sentito il bisogno di giustificarsi, o forse solo di ricordarci che è ancora in pista.
Mi piacerebbe capire la linea editoriale dei quotidiani degli ultimi giorni, che, dopo l'intervista de La Stampa all'ex viceministro Baldassarri, definirei: Facciamo dire ai responsabili del fango in cui siamo che se ci fossero stati loro il fango non ci sarebbe stato. Ovvero: Paradossi italiani - Reloaded
Nel caso di Tremonti, la strategia è sempre la stessa: mediante l'uso di termini apparentemente elevati, gettare fumo negli occhi dell'interlocutore, sfoggiando una prosa immaginifica quanto vacua per dirottare l'attenzione dalla propria inettitudine alla propria pseudocultura. Il giornale a cui concede l'ennesima intervista è particolarmente esperto nel farsi turlupinare dal suddetto. Ricordiamo le elucidazioni sulla pace di Westfalia, Sant'Agostino, Colbert o il Codice di Giustiniano che il nostro, come dal cappello di un prestigiatore, ha estratto dal proprio cervello sostanzialmente a casaccio e spesso impropriamente, tanto che, macchietta di se stesso, è fin troppo facile fargli il verso
La verità è che in questi anni difficili avremmo potuto essere governati molto meglio, e che le poche risorse disponibili sono state sperperate a favore di pochi, senza attuare quel controllo sulla spesa che, al contrario, gli anni di governo del centrosinistra avevano comunque assicurato. 
Tremonti lo sa di essere il maggior responsabile del nostro quasi disastro. Per questo (s)dottoreggia.
Ricordiamoci sempre da dove (no: da chi) veniamo. E a chi dice: «ma non è un argomento» facciamo leggere questa intervista.

da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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