La Divina Commedia in terra di Liguria.

Creato il 14 aprile 2015 da Il Viaggiatore Ignorante
Albenga, Liguria.Chiesa dedicata a San Giorgio.Interno di un cimitero.
Luogo appropriato per quello che ritroveremo nell'abside maggiore!La storia della chiesa merita rispetto: dove oggi sorge la navata centrale, con buona probabilità, vi era una preesistente cappella, databile tra il VI ed il X secolo.Il primitivo nome, attribuito all'edificio religioso, era quello di San Giorgio de pratis. 
In altri documenti appare come San Giorgio delle campore.La chiesa presenta due diversi stili costruttivi: il romanico, a partire dal XII secolo, ed il gotico, dal XIV secolo.L'edifico merita una visita, attenta e meticolosa, per i cicli di affreschi. 
I più antichi, risalenti al XIII secolo, sono visibili nell'abside maggiore.Avanziamo negli anni e nella storia.
1446, anno di realizzazione del grandioso affresco del Giudizio Universale. Lo sguardo è catturato, immediatamente, dalle scene dell'inferno. 
Fermiamo lo scarto del tempo.Avanziamo fisicamente, attratti, irrimediabilmente attratti da quelle strane figure.Abbiamo perso il contatto con queste immagini.Viviamo una  realtà dolorosa e segnata da, continue, tragedie legate alla religiosità.La realtà, spesso, supera la fantasia.In questo luogo il sogno dipinto supera la realtà. 
Supera il tempo e ci conduce in un luogo che non conosciamo, o forse, abbiamo dimenticato di conoscere.La direzione è segnata ma... all'improvviso gli occhi notano un riferimento preciso.Dante!Dante Alighieri in terra di Liguria?Non è solo!Virgilio, l'altissimo poeta, lo accompagna.
Entrambi seguono una scena, distaccata dal resto dell'affresco.
Il conte Ugolino che cerca di rosicchiare il cranio dell'arcivescovo Ruggieri.
Avvenimento descritto dal poeta all'interno dell'Inferno, canto XXXIII.Alla destra, per noi che guardiamo, lo svolgimento del tormento.I vizi capitali.
Invidia. Superbia. Accidia. Avarizia. Lussuria. Ira. Gola.

Impressionante!Immagini che sembrano vivere.
Il serpente del male vuole impossessarsi dei corpi.... o forse vuole lasciarli?
Scene strazianti di una visione straordinaria, di un uomo che non ha vissuto nel suo tempo, ma che lo ha percorso per raggiungerci.
Ci ha inseguito, come la notte insegue il giorno.
Ci tormenta?
Vuole ricordarci qualcosa?
Il frescante, nel suo tentativo di avvicinare la realtà del sogno, diviene visionario.
Lucido visionario.
L'Arcangelo Michele domina la scena.
Bilancia e spada.
Isolato.
Sfuggente.
Nessuno può raggiungerlo, avvicinare la sua potenza espressiva.
Il padrone della chiesa sguaina la spada.
San Giorgio cerca il drago.
Cerca il male da sconfiggere.
A lato del santo guerriero una piacevole sorpresa: Re Salomone che emerge dal sepolcro. La presenza del Re d'Israele è un richiamo preciso alla giustizia, conseguentemente un richiamo all'arcangelo Michele, che lo sovrasta. 
In epoca medievale, Re Salomone, era considerato sinonimo di giustizia, ma anche di sapienza. L'idea, che si andava diffondendo, era legata alla degenerazione che avveniva ad ogni passaggio generazionale. Seguendo questa teoria, Adamo era l'uomo perfetto, in quanto generato direttamente da Dio e Salomone l'uomo giusto e corretto, in quanto la sua giustizia era stata ispirata da Dio.
Luogo di giustizia?
Ma quale giustizia?
Salomone cerca l'agnello mistico, sacrificato sulla tavola.
Tutta la scena è controllata dall'alto. 
Sopra Michele, il Cristo nella mandorla.
Affascinante rappresentazione.
Emozionante.
Le pareti laterali dell'abside ci ricordano un tempo ancora più lontano.
Siamo in presenza del Trecento.


Gli apostoli, non tutti riconoscibili, non hanno perso la loro forza espressiva.
Il loro voler dire. "la chiesa è fondata su di noi!".
Allontanarsi da questo gioiello non è facile ma, perché un ma c'è sempre, dobbiamo scendere verso il mare per ammirare la cattedrale dedicata all'arcangelo Michele.
Ancora Michele.
Ancora giustizia?
Fabio Casalini.

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