In un momento storico così delicato di fragilità economica dello Stato Italiano in cui le forze di governo sono impegnate a salvaguardare l’equilibrio sociale all’interno del quadro di sviluppo europeo e globale chiedo ai rappresentanti politici regionali di promuovere in modo incisivo un’azione di difesa dei diritti di un popolo ormai al collasso.
Quando si parla di diritti, la priorità nelle agende della politica nazionale e regionale deve essere il lavoro, elemento portante della nostra Carta Costituzionale e dell’individuo inteso come cittadino.
Lacrime e Sangue non BASTANO PIŬ!!!!
Servono con urgenza piani di intervento che mirino a sanare lo stato sociale di una Regione la cui unica forma di identità sembra essere diventata la povertà e la disperazione.
Con quale coraggio ci si può indignare per la mancata ripresa economica che tarda ad arrivare se si permette il fallimento dell’Industria, la chiusura delle imprese e lo smantellamento della Scuola che, forse ancora non lo si è capito, è un BENE PUBBLICO che andrebbe difeso con la stessa forza con cui abbiamo lottato contro la privatizzazione dell’ACQUA.
Tutti abbiamo avuto e avremo bisogno della Scuola così come dell’acqua! La Scuola è il cibo delle nostre menti pensanti e non dobbiamo assolutamente portare al digiuno forzato le generazioni future, quella dei nostri figli!
Uno Stato che non dedica risorse e talvolta neppure attenzione alla Scuola sta decretandone la morte.
Per quanto riguarda la nostra Regione, massacrata dalla barbara politica dei tagli, l’inizio dell’atto ultimo di questa moderna tragedia è rappresentato dalla una scarsa lungimiranza politica circa le sorti della Scuola in un territorio a bassa intensità demografica. I vari Piani di Dimensionamento Regionale hanno risposto prevalentemente a logiche ragionieristiche anziché all’effettiva tutela e salvaguardia del diritto allo studio dei nostri bambini e giovani. L’ulteriore prossima razionalizzazione non potrà che generare il deserto in assenza di reali alternative, rappresentate da una vera Riforma della scuola che generi un’efficace risposta didattico-pedagogica alle effettive esigenze.
Il più grande danno che le nostre giovani generazioni stanno subendo è proprio la palese violazione del diritto alla migliore forma di istruzione possibile. Il problema dei trasporti, il pendolarismo legato alla difficoltà di raggiungere in tempi rapidi le sedi scolastiche, la mancanza di fondi per l’adempimento della didattica quotidiana, gli scarsi incentivi finanziari e socio-culturali stanno incrementando il fenomeno dell’abbandono e della dispersione scolastica che, come Lei ben saprà, è tra i più alti in Europa. Come insegnante e come madre mi domando se si sia nelle condizioni di lasciare a se stesse tante intelligenze e tante sensibilità umane , capaci di rappresentare le nostre vere RISORSE. Lei potrà fare presente che in questi ultimi decenni le varie giunte regionali hanno stanziato sistematicamente dei fondi per arginare il fenomeno sopra descritto e rilanciare l’intervento scolastico nel territorio. Alla luce dei dati in possesso, possiamo tranquillamente affermare che questi interventi finanziari non risolvono il problema di base e tantomeno danno tregua a noi precari, resi ancora di più lavoratori “a tempo” a causa dello scellerato utilizzo dei contratti atipici.
A tale proposito vorrei farle notare che l’incentivo dei progetti e dei conseguenti trattamenti contrattuali, ha generato situazioni incresciose come la stigmatizzazione di una possibile condizione di malattia o di gravidanza. In una situazione così tragica, per l’ennesima volta, a pagare il prezzo più alto siamo proprio noi lavoratrici perché, gentile Assessore, colpire la Scuola sotto il profilo occupazionale significa colpire l’occupazione femminile che,quanto mai, ora rappresenta una preziosa risorsa.
Nel concludere questo mio appello, ribadisco una richiesta che diversi soggetti , attraverso svariate modalità , le hanno ripetutamente rivolto: in un futuro prossimo, abbia l’accortezza di incontrare coloro che la scuola la vivono e la rendono possibile con la propria abnegazione quotidiana. Si dia vita, finalmente a un tavolo tecnico regionale che coinvolga i soggetti citati affinchè si concorra a creare una legge scolastica regionale che tuteli e promuova capillarmente l’istruzione nel nostro territorio.
Concludo con un’ultima riflessione: la tutela della scuola passa solo attraverso la tutela dei suoi operatori. Solo la stabilizzazione di noi precari potrà garantire la tanto sbandierata “scuola di qualità”.
Nella speranza di non dover piazzare tende ovunque per sollecitare una soluzione ai su citati problemi che necessitano di un intervento politico, le porgo i miei saluti.
Maddalena Calvisi del Coordinamento Precari Scuola Oristano
Oristano 11/01/12