La dodicesima notte di Amanda McCabe

Creato il 19 dicembre 2011 da Junerossblog
Londra, 1564.
Poco prima di Natale, Lady Rosamund Ramsay arriva alla corte di Elisabetta I d'Inghilterra per diventare dama d'onore. Ha con sé soltanto un ricco guardaroba e tanti sogni. Il suo primo amore è presto dimenticato quando incontra Anton Gustavson, un tenebroso e affascinante gentiluomo svedese. Sullo sfondo del palazzo reale di Londra e di un paesaggio da favola, il loro amore cresce tra mille insidie e oscuri intrighi, dato che la sovrana non vede di buon occhio le relazioni sentimentali delle sue dame. Ma quando Rosamund riesce a sventare un attentato ai danni della potente regina, Elisabetta decide di dimostrarle la propria riconoscenza...

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Direttamente dalla scrivania di Lucilla.
Il libro che ho scelto è "La dodicesima notte" di Amanda McCabe, uno dei GRS di dicembre.Si tratta di una storia ambientata in Inghilterra nel periodo Elisabettiano. Chi mi conosce sa che amo molto le storie del periodo Tudor: passioni violente, matrimoni, divorzi, conflitti religiosi. In questo romanzo c'è tutto questo: belle dame di corte sempre impegnate in schermaglie amorose, vezzosi gentiluomini vestiti in velluto con perle alle orecchie, intrighi....
Ma andiamo per ordine: la protagonista, Lady Rosamund Ramsey, si trova alla corte della regina Elisabetta perchè speditavi dai genitori, allo scopo di farle dimenticare un corteggiatore inadeguato. La povera fanciulla sarebbe ben triste se non incontrasse prontamente un affascinante gentiluomo, nella persona di un bellissimo diplomatico svedese.
E qui devo aprire una parentesi, per parlare dell'ambientazione, non solo temporale ma anche climatica: siamo a dicembre, un dicembre particolarmente rigido e gelido; l'autrice descrive perfettamente l'atmosfera incantata della foresta imprigionata nella morsa del gelo, in cui avviene il primo incontro fra Rosamund e Anton.
Anzi, l'inverno è uno dei motivi conduttori del libro, che non a caso in originale si intitola "The winter queen" la regina d'inverno, come Anton chiama la sua Rosamund, direi quasi che è uno dei protagonisti. Dappertutto si respira l'odore dell'inverno, del ghiaccio e della neve, come raramente capita in un romanzo. Lo stesso Anton viene descritto come una divinità nordica, profumato di ghiaccio e cuoio. La cosa mi ha colpito perchè amo l'inverno, le atmosfere rarefatte dal gelo, i boschi resi magici dal ghiaccio.
Il romanzo si svolge nei dodici giorni di festa che vanno dalla notte di Natale fino a quella tra il 5 e il 6 gennaio, che segnava allora il culmine dei festeggiamenti natalizi, ricordato anche nell'omonima opera di Shakespeare.
Molto carina l'idea di intitolare ogni capitolo con un richiamo alla data, un giorno dopo l'altro, e con la menzione del santo festeggiato.
Rosamund e Anton si incontrano in mezzo ad una foresta ghiacciata ed entrambi pensano di trovarsi davanti ad un essere fatato; ritrovatisi a corte, inevitabilmente cadranno l'una nelle braccia dell'altro, complici i festeggiamenti natalizi e l'atmosfera più rilassata; ma non tutto è tranquillo, non per niente siamo alla corte di Elisabetta I, covo di spie e cospiratori.
I due innamorati si troveranno perciò a dover fronteggiare, loro malgrado, pericolosi complotti e nemici inaspettati, oltre ai fantasmi del passato.
Tra balli in maschera e magiche pattinate sul Tamigi ghiacciato, il libro scivola verso la sua logica conclusione ma senza per questo risultare scontato o noioso: è un romance, l'amore c'è e ci deve essere ma il tema è trattato con delicatezza, quasi che la storia di Anton e Rosamund si innesti naturalmente nel racconto di un Natale alla corte Tudor.
L'autrice mostra di conoscere le usanze del periodo Elisabettiano, le grandiose feste che si svolgevano soprattutto a Natale, nonchè i pericoli che quotidianamente si presentavano ai cortigiani.
Una parola sui due protagonisti: Rosamund è un'incantevole Regina d'Inverno, timida ma per niente fragile o svenevole, che matura nell'ambiente difficile della corte per ritrovarsi donna che sa quello che vuole; Anton è il prototipo del bel tenebroso, ma non stereotipato, anzi vivo e addirittura simpatico, sempre circondato da un'aura di ghiaccio che contraddice la sua natura appassionata.
In definitiva, un bel romanzo, che rievoca le atmosfere fatate di un Natale sotto la neve.
E che fa sognare di ritrovarsi in una magica foresta, sotto la luna piena dicembrina, insieme al proprio "Re d'Inverno".
Lucilla



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