Una spiegazione abbastanza condivisa è che l’abbassamento delle quotazioni dell’argento nel corso dell’ultimo anno e in particolare negli ultimi mesi, ha spinto molti compratori ad approfittare dei bassi prezzi per aquistare monete fisiche, ritenute ancora una protezione dalle politiche monetarie del governo americano. C’è da pensare che la forte divergenza tra le quotazioni dei mercati finanziari e quelle dei mercati fisici siano un sintomo di squilibrio del mercato. Quindi qualcuno si aspetta una scossa di assestamento che riporterà i mercati verso l’equilibrio.
Negli anni il mercato dell’argento ha evidenziato l’esistenza di livelli critici delle quotazioni, superati i quali i prezzi corrono (in basso o in alto). Quando l’argento superò i 5,55 dollari/oncia in breve tempo arrivò agli 8,40 dollari, tornando ancora a 5,55 dollari e poi ripartendo verso i 21 dollari. Dai 21 dollari scese a 9 dollari e da qui ripartì per toccare i 48 dollari. Adesso siamo a 19 dollari e vedremo quale sarà il prossimo livello critico che genererà un altro strappo delle quotazioni.