E mi colpisce questa immagine:
Mi piace, ma non capisco perché. Sì, il maglione è carino, ma non è quello. Il vestito in sé non è un granché, pizzo acrilico probabilmente.
Poi capisco: per istinto (un istinto idiota), a volte mi innamoro di ciò che a me non potrebbe mai star bene.
Quel look farebbe per me se fossi medioalta, slanciata, un po' androgina, con colori diversi. E se fossi più romantica, meno presente, se sorridessi di più.
Già, perché io non sorrido spesso. Rido, piuttosto.
E non mi perdo mai, no. Me lo dice la ruga tra le sopracciglia, quella che mi è spuntata a 23 anni, la maledetta.
Sono piccola, culona, incazzosa e sempre sul pezzo. Non sono una donna a tinte pastello, no.
Da ragazza, un po' ne pativo. Adesso quel patire affiora a tratti, quando vedo un modello che starebbe bene a un'altra. Oppure quando mi pesa il culo ad essere come sono.
Però poi penso alla vita che ho. Immagino come mi vedono gli amici e gli estranei, al ruolo che di solito ricopro quando sono con gli altri. Penso alla direzione che avrebbe preso la mia vita se fossi stata un po' meno decisionista su certe cose, se mi fossi lasciata portare dagli eventi.
Certo, in alcuni casi aspettare sarebbe stato meglio. Ma in altri proprio no, e in altri ancora avrei dovuto prendere in mano la situazione molto prima.
Insomma, se fisicamente l'unica cosa che posso fare è limitare i danni della mia gola, in tutto il resto dopotutto sono la donna che vorrei essere. E in culo ai colori pastello.