Meravigliosa, indimenticabile commedia americanissima, La donna del giorno (1942, tit. or. The Woman Of The Year) di George Stevens sembra dimenticare la stagione di guerra, eppure propone delicatissime questioni internazionali; sembra trascurare la realtà e l'attualità, ma si fa carico delle proteste per i diritti civili delle donne. E, d'altra parte, sembra disattendere i clichés relazionali tra uomo e donna, tra marito e moglie, tra le generazioni per mostrarli tutti, per farne strumento di spettacolo. Forse non un film profondissimo, ma un lontanissimo dall'essere banale, anzi carico di spunti di discussione, di sorprendente carica umoristica e molto intelligente nello smontare i luoghi comuni.
Nell'intento di inseguire un cinema che faccia sognare, più di quanto avesse fatto Cukor con Incantesimo quattro anni prima, George Stevens imbandisce per Katharine Hepburn una commedia in cui è la donna a essere assoluta protagonista, attrice e fattrice del proprio destino e, persino, della propria infelicità (altro che Sex & the City!). Moglie incapace di guardare alla propria condizione di gioia, incapace di ascoltare le richieste di un marito comprensivo, anche se impreparato, Tess si chiude in una sordità assoluta nei confronti del marito e della tenerezza. Continua a vivere da sola, pur convinvendo con Sam. La Hepburn è perfetta nel suo ruolo di donna speciale, di donna fuori luogo e anticipa già certe movenze che ne faranno protagonista incontrastata nel meraviglioso - e problematico - Improvvisamente, l'estate scorsa di quasi vent'anni dopo.