Ci sono libri che assurgono meritatamente al ruolo di classici. La donna della domenica è uno di questi: il primo romanzo della coppia Fruttero & Lucentini è davvero uno dei capostipiti del giallo italiano. La trama è compatta, complessa, ben strutturata e disseminata di indizi che, insignificanti per il lettore, vengono ricomposti dagli autori fino a formare il quadro preciso dei fatti. La costruzione dei personaggi è uno dei punti di forza del romanzo: da Anna Carla, apparentemente eterea e disattenta, al reticente e sospettoso Massimo, impegnato in un’opera di dissimulazione di tutto ciò che lo riguarda che rischia di farlo apparire colpevole, da Lello, disponibile, bendisposto e teneramente ingenuo, al gallerista Bollero, dal paranoico americanista Bonetto alle sorelle Tabusso, gli autori tratteggiano dei ritratti di insolita intelligenza e piacevolezza.
Lo stile è chiaro, preciso, intenso, puntiglioso, ogni parola è accuratamente pesata e si incastra alla perfezione nel contesto. La città di Torino, dal mercato del Balòn alle ville sulle colline, è descritta con cura e attenzione, fino a renderla non un mero scenario ma un reale elemento in più. La minuziosa critica alla società borghese e snob che rifiuta con un’alzata di sopracciglio tutto ciò che non le appartiene è offerta ai lettori con ironica sagacia. Un esordio alla scrittura davvero ottimo: a quarant’anni dall’uscita il testo non è “soltanto” un giallo, ma un romanzo di grandissima qualità.
Maria Di Piazza
Carlo Fruttero, Franco Lucentini, La donna della domenica, Mondadori, 2012, pp. 432, € 10,00