Una volta tanto che qualcuno mi dà la parola mi faccio sfuggire l'occasione e aspetto così tanto?
Non è da me, ma tant'è! Questa volta è andata così. E anche se l'iniziativa è ormai vecchia di un paio di mesi, eccomi qui a parlare di La donna in gabbia di Jussi Adler-Olsen.
Ricordate l'iniziativa? Marsilio Editori, alla ricerca di nuovi strumenti di diffusione e pubblicizzazione, verso la fine di novembre ha coinvolto un gruppo di blogger con l'iniziativa Blogger a voi la parola: un ebook in regalo per quei blogger che avessero scelto di leggerlo e parlarne nel blog.
Io avevo scelto La donna in gabbia di Jussi Adler-Olsen, un tomone di 359 pagine ambientato in Danimarca e, devo dire, che dopo essermi sciroppata qualche anno fa l'intera Trilogia Millennium, questo di Jussi Adler-Olsen è stato quasi una passeggiata (a proposito, vogliamo parlare del signor Adler-Olsen? il fascino di quelle rughette non vi chiama proprio?)
Vabbeh, andiamo oltre. Come sapete non mi piace moltissimo rivelare la trama dei libri che ho letto, solitamente mi concentro piuttosto sulle emozioni che mi hanno dato (in ogni caso, sia per la trilogia Millennium, sia per La donna in gabbia sono previsti dei post su Tentazione Make up), certo due cosine le volete sapere, no?Ok, è un giallo, e fin qui ci siamo. C'è un caso irrisolto alla base, un ispettore depresso dopo una sparatorio in cui un collega ha perso la vita ed un altro è rimasto gravemente ferito, un assistente dalle mille risorse (fantastico Assad, secondo me il personaggio migliore del libro), un gruppo di cattivi con tratti caratteriali ben oltre la patologia psichiatrica.
Vi basta?
No? Esigenti!!!
Lo stile è scorrevole, non eccessivamente incalzante ma sufficiente ad incuriosirti fino alla fine. Già verso metà del libro si intuiscono parte delle motivazioni dei "cattivi", ma i fili da districare sono sufficienti a tenerti incollato fino alla fine per sapere come va a finire.
Molto televisivo direi, sono sicura che prima o poi ne trarranno una versione cinematografica.
Due ultime paroline ve le voglio dire sull'esperienza di lettura. Alcuni di voi forse già lo sapranno, dato che l'ho ripetuto più volte e in diverse sedi: sono un'amante della carta stampata, adoro il libro in sé, adoro possederlo, sfogliarlo, pesarlo, guardarlo, leggerlo. Adoro sistemarmi sul divano con una coperta sulle gambe e un libro tra le mani, ma adoro anche sentire il peso di un libro in borsa e averlo a portata di mano ogni volta che ho un po' da aspettare.
Lo so, prendono polvere, occupano spazio, pesano, si rovinano, invecchiano... fa parte del gioco e del loro fascino. Amo i libri anche per questi motivi.
Ma essendo insanabilmente un po' geek nel profondo non riesco a resistere all'attrazione delle nuove tecnologie. Scarico ebook ogni volta che posso e, se me ne si dà l'occasione, partecipo volentieri alle iniziative come queste di Marsilio Editori in cui si tentano nuove strade di diffusione del libro anche attraerso il formato ebook.
Detto questo: ho letto il libro con piacere, ma, sinceramente il fatto che fosse in formato ebook mi ha tolto parte del piacere e della comodità di leggere in qualsiasi situazione. Non ho un ereader e quindi ho dovuto leggerlo attraverso il portatile che è, effettivamente, un po' scomodo da portare ovunque.
Vabbeh, direte voi: colpa tua che non sei provvista di kindle o similia... sarà! Ma per il momento è una delle poche tecnologie che non mi manca.
Continuo a preferire di gran lunga le profumate pagine di un libro stampato.
E voi?