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La dura vita del single. Una discriminazione senza difensori.

Creato il 04 ottobre 2015 da Chiamatemi Lucrezia @fabfer31

imageL’Italia non è un paese per vecchi, dicono. E forse è vero.
Ma pure i single non stanno messi mica tanto bene, eh! Anzi, a dirla tutta: l’Italia i single li discrimina. Li disprezza. Li punisce.
Come fosse colpa nostra.

Come se anzichè copulare con l’orda di Uomini Ideali che ci era capitata a tiro – tutta in una sola botta di culo- gli avessimo detto: “No, guardate, UominiFantasticieProntiperunaFamigliaInsieme, grazie, ma preferisco caricarmi le casse d’acqua da sola, uccidere gli scarafaggi con le mie mani, piegarmi le lenzuola tutte da me e, perché no, fare la spesa come se fossimo in quindici, lasciare che la muffa abbia il sopravvento e poi buttare tutto”. 😑

Ma che Dio ve fulmini!

Io ve ce farei vive da donna single in un Paese che si porta ancora dentro quel retaggio di stampo fascista secondo il quale una ragazza deve sposarsi e fare figli – tanti figli- e che finchè non li fai, non puoi manco parlare, capire, apprezzare, essere stanca, felice, arrabbiata, nervosa, preoccupata… Perchè se non hai figli semplicemente NON SEI. NON SAI. (Che poi fateci caso: quando le amiche figliano diventano pure delle belle rimbambite!).
Avete mai provato a lamentarvi con qualche amica per… chessó, una notte insonne a causa di un mal di pancia?
“Ehhh, ma che ne sai te”, ti dicono, “Io non ho dormito per mesi quando Giacomino ha messo i denti!”. 😑

Oppure a manifestare fastidio per qualche bestiole mascherata da bambino che urla, si arrampica, scalcia o frigna?
“Ehhh, quando avrai figli cambierai idea…”, ti dicono.
E che tu sia rimasta sveglia tutta la notte perché stavi aspettando che Lui ti rispondesse su Whatsapp, o perché ti sono entrati i ladri in casa, o peggio, casa t’è crollata, la situazione non cambia: se non hai figli non puoi capire. Rassegnati.

A renderci la vita ancor più amara – perché la condizione di sigle cronico NON è MAI una scelta, che che se ne inventino- ci si mettono pure le leggi.
Sapete per esempio che in caso di riduzione di personale in un’azienda i primi a farne le spese sono i single? Perché non hanno nessuno da mantenere, è la tesi portante. Giusto. Ma manco nessuno che li mantenga, peró.

Di più. Avete fatto caso che quando si concedono agevolazioni per l’acquisto della prima casa, le stesse sono riservate esclusivamente alle coppie.
E i single? Niente, per i single ci sono ampi, illuminatissimi e terrazzatissimi posti sotto ai ponti. 😑

E se le politiche sociali non ci sono amiche, anche ai produttori di cibi stiamo comodamente sugli zibedei.
Basta farsi un giro per i supermercati per rendersi conto di come tutti pensino a “Formati Famiglia” “Confezione Maxi”, “Sconti Tre GeneraZioni”, e nessuno che si scomodi per un “formato single solo e sfigato”.
Prendiamo il latte, per esempio. Ci sono confezioni da un litro e da mezzo litro, il che, per una come me che il latte lo utilizza solo per farsi la cioccolata, vuol dire quattro bicchieri di cicciacaldaedensa per tre giorni, perché poi scade.
È tanto difficile- mi chiedo- cominciare a produrre confezioni da 125ml?!
Stessa cosa per panna e pesto. Quando li apri è tortelliniallapanna per quattro giorni.
Senza contare il fatto che se non voglio finire protagonista di “Vite al limite”, mi tocca pure mantenermi in forma, e con quattro giorni consecutivi di panna, l’unica forma che posso assumere è quella tonda…! 😒

Per non parlare dei frigoriferi. Perchè non cominciarne a produrre modelli con 3/4 di freezer e il resto -magari giusto il vano bevande, alcolici e superalcolici- frigo? Questo ci eviterebbe di buttare la metà della spesa…per esempio.

Detto questo, propongo urgenti e imminenti interventi socio-economico-politici in materia.

Pure perché, ricordatevi: la condizione di coppia o famiglia è a tempo determinato (i figli crescono, l’amore finisce, la gente muore e il mondo è pieno di cagne e pantegane), mentre quella di single è lì lì che vi aspetta. Al varco.
Tutti. 😋



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