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La faccia di bronzo delle Poste: il nuovo spot tv va a braccetto col drammatico taglio dei rendimenti

Da Valgi @valgi
La faccia di bronzo delle Poste: il nuovo spot tv va a braccetto col drammatico taglio dei rendimenti

Si chiamano "buoni fruttiferi postali" e fino a pochi anni fa erano "buoni" per davvero: nel gennaio di 5 anni fa, ad esempio, il tasso applicato ai buoni fruttiferi ordinari era pari al 2,35% per una durata di 10 anni, dell'1.75% per 5 anni; nel primo mese del 2013, ancora meglio: tasso nominale annuo lordo al 3,25% per i prodotti a scadenza 10 anni e 2,25% a 5 anni. Ed ora?

Oggi, si sa, lo scenario economico e finanziario è profondamente mutato (con tassi di interesse praticamente azzerati), ma ciò che è accaduto questa settimana ha dell'incredibile: a partire dall'11 gennaio, infatti, i rendimenti dei buoni a 10 anni sono crollati allo 0,50% (-50% rispetto all'emissione precedente, relativa al periodo 20.03.15-10.01.16), quelli a 5 anni sono scesi allo 0,25% e quelli di durata compresa tra 1 a 3 anni addirittura allo 0,10% (cioè 1 euro di rendimento per ogni 1.000 euro investiti). Ancora più sensazionale il tracollo dei buoni fruttiferi a 20 anni (durata massima per questo prodotto): fino al 10 gennaio si potevano sottoscrivere con un ritorno del 2,50% a scadenza, oggi danno lo 0,75%.

A cosa è da imputare questo crollo dei rendimenti? In questi casi si dice sempre che non si tratta di un'unica causa, ma di un insieme di fattori. Tra questi, citerei la quotazione in Borsa di Poste Italiane, avvenuta il 27 ottobre 2015: un'azienda che deve innanzitutto rendere conto ai propri azionisti, sarà molto più attenta a fare i propri interessi (leggi: fare utili) anziché quelli della clientela. Quel che stupisce è il cinismo del nuovo spot tv, che fa leva sulle paure scatenate dai recenti fatti di cronaca (leggi Banca Marche, Etruria, ecc.) per condurre il cosiddetto "parco buoi" a sottoscrivere questi prodotti.


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