La fallimentare anti-NATO di Putin

Creato il 02 luglio 2012 da Matteo

L'unione degli anziani dittatori è rimasta senza Karimov
Lo spazio post-sovietico che Putin sogna di reincarnare si disfa di nuovo
30.06.2012
L'Organizzazione del Patto dell'Atlantico del Nord (NATO) fu fondata il 4 aprile 1949 a Washington e allora divennero stati membri 12 paesi. Oggi nella NATO ci sono 28 paesi e non pochi ancora desiderosi di entrare e nessuno è ancora uscito dall'Alleanza. L'Organizzazione del Patto di Sicurezza Collettiva (CSTO [1]) fu fondata nel 1992 e ora nell'organizzazione, che Mosca cerca di formare a immagine e somiglianza della NATO, ci sono in tutto sei paesi: Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Tre paesi sono riusciti a lasciare il CSTO – Georgia, Azerbaigian e Uzbekistan. Quest'ultimo è uscito dal CSTO due volte – nel 1999, poi tornò nel 2006 e di nuovo ha cessato di essere membro la scorsa settimana.

Questo è certamente un peccato. Il presidente Vladimir Putin già da due decenni cerca in ogni modo di reintegrare lo spazio post-sovietico, ma questo si disfa ogni volta. Probabilmente è di nuovo colpa del Dipartimento di Stato. Adesso in terra uzbeka comparirà immancabilmente una base americana. Dal 2001 gli USA utilizzava la base aerea di Karshi-Khanabad in appoggio alle operazioni in Afghanistan, ma nel 2005 i corpi speciali del presidente Islam Karimov schiacciò spietatamente una rivolta ad Andijan nella valle di Fergana, uccidendo non poche. L'Occidente, USA compresi, condannò il massacro di Andijan, ma Mosca mostrò comprensione. Karimov cacciò gli americani da Khanabad nel 2006 ed entrò di nuovo nel CSTO. Tra l'altro, Andijan in Occidente è stata gradualmente dimenticata e a Karimov il CSTO è presto venuto a noia. Tashkent è stata irritata dai tentativi di Mosca di fare del CSTO un alleanza con capacità di agire e in particolare di fare piani per la creazione di Forze Collettive di Reazione Operativa (KSOR [2]). Nella nota inviata da Tashkent alla segreteria del CSTO, come riferiscono, è indicato che a loro "non vanno i piani per il rafforzamento della collaborazione militare".
Per molti anni Mosca si è sforzata di demolire la NATO e parve che fosse vicina al successo nel 1966, quando de Gaulle tolse i militari francesi dalla subordinazione al comando unito in Europa. A febbraio a Sarov (Arzamas-16 [3]) Putin parlò della "non necessità" e della condanna storica che grava sull'Alleanza, in cui si accumulano le contraddizioni degli USA con gli alleati e disse che la Russia continuerà a lavorare attivamente in questa direzione, "stringendo relazioni particolari con l'Europa". Ma non c'è alcun risultato: perfino la Francia, in precedenza dissidente, è tornata nell'organizzazione militare NATO. L'alleanza dei popoli liberi, anche se appariva un po' flaccida davanti all'URSS e al Patto di Varsavia, si è rivelata ben più vivace.
Il CSTO è un'alleanza di dittatori non giovani, che soffrono della malattia professionale di chi governa da molti anni – la paranoia. Nei paesi della NATO il cambio di esecutivo in conseguenza delle elezioni non cambia gli obblighi di alleanza, ma nel CSTO un cambio di umore di un governante in conseguenza, diciamo, di cattiva digestione o di bruciore di stomaco mattutino può cambiare letteralmente tutto. Per esempio, nel 2009 Karimov ordinò di tagliare gli ombrosi platani secolari dei Giardini Pubblici Centrali di Tashkent e furono liquidati tutti i caffè che vendevano gelati per "far smettere di passare il tempo oziosamente", secondo la spiegazione delle autorità locali. Però, come affermano fonti locali, adesso nello spazio vuoto i tiratori scelti possono sparare facilmente. Gli abitanti di Tashkent finora rimpiangono il giardino pubblico perduto e del CSTO se ne fregano.
Ai paesi piccoli della NATO conviene ridurre le spese militari e gli armamenti, integrando pochi reparti atti a combattere sotto il comando comune. Nel CSTO i piani per trasferire forze scelte al KSOR sotto un comando comune (russo) sono falliti perché in ogni paese membro proprio questi reparti sono il sostegno e la fonte di potere del governante-dittatore e non un libero processo elettorale come nella NATO. Dopo Andijan Karimov non trasferirà mai da nessuna parte i suoi corpi speciali e anche gli altri se ne guarderanno bene.
Gli USA a suo tempo spesero molti soldi per mettere in ordine la base aerea sovietica distrutta di Khanabad e difficilmente vorranno tornare là, spendere e organizzare di nuovo per essere nuovamente fatti uscire a calci in qualsiasi momento. La NATO e gli USA si preparano a uscire dall'Afghanistan e in Occidente difficilmente sarebbero contrari al fatto che il CSTO si assumesse il compito di tenere sotto controllo gli islamisti della regione e di garantire la stabilità nell'ex Asia Centrale sovietica. Ma il CSTO è un'organizzazione insensata e incapace di agire. Perché questa alleanza nell'attuale organico si metta in qualche modo a funzionare, bisogna costruirla come il Patto di Varsavia di modo che, se un qualche membro cerca di andarsene, subito lo invadano i carri armati come in Ungheria nel 1956 o in Cecoslovacchia nel 1968. Ma la Russia non è quella e quei carri armati non ci sono, è rimasta solo la spocchia e vuoti, ma costosi sogni di reintegrazione dello spazio post-sovietico.
Pavel Fel'gengauėr, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/53300.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Anche qui a livello internazionale si usa l'abbreviazione basata sulla dicitura inglese.
[2] Dalla dicitura russa Kollektyvnye Sily Operativnogo Reagirovanija
[3] Base nucleare della Mordovia (Russia europea centrale).

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