La falsita' della realta': la manipolazione dei popoli parte due

Da Marta Saponaro

Nel post precedente abbiamo visto i primi punti usati dal sistema per tenere sotto controllo le masse. Proseguiamo in questa analisi perché bisogna cercare di capire se vogliamo riprenderci in mano il nostro futuro! Se leggete articoli della contro informazione e cercate di ampliare il più possibile le informazioni, magari leggendo vari argomenti: finanza, storia, sociologia, medicina, scienze, alla fine potete comprendere dove il grande fratello condurrà l'umanità. Veramente stiamo vivendo un cammino dove il popolo non avrà altro ruolo se non quello di merce. Per sbaglio ho letto un articolo dove si spiegava come la scuola deve essere strutturata per educare le future leve. Bene sinceramente è deprimente leggere che ai ragazzi bisogna insegnare a non ragionare e a stare sottomessi! Vi invito caldamente a leggere l'articolo di Ida Magli dal titolo "Il nuovo ordine dell'Europa: Distruggere ogni differenza". E' estremamente illuminante anche perché tempo addietro lessi un libro di Michele Serra "Gli sdraiati" dove lo scrittore parla di suo figlio che sembra essere apatico, il mondo gli scivola addosso  e lui non reagisce sembra quasi che nulla possa interessargli. Questi ragazzi sono gli sdraiati che dormo di giorno e vivono di notte non sembrano mai presenti hanno il pensiero e la testa altrove. Serra si chiede dove i genitori di oggi hanno sbagliato e se si può riprendere la situazione. Consiglio di leggere questo romanzo e capirete, se avete anche letto il post che ho prima consigliato, dove sono le nuove generazioni e perché ora abbiamo il compito di svegliarci tutti.

Gli sdraiati (I narratori) 
 Comunque sia proseguo ora con Chomshy e le regole per ottenere il POPOLO BUE
Da questo punto in poi il popolo, il cittadino colui che viene chiamato a contribuire allo sviluppo della società, che non può e non deve essere ignorante (l'ignoranza non è ammessa dalla legge), viene trattato da stupido.
Quinta regola, Comunicare ai cittadini come se fossero bambini:
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o una persona con un basso intelletto. Se qualcuno si rivolge ad una persona come se fosse o un bambino oppure un individuo anziano, magari con problemi di memoria o con l'alzheimer,  questa tenderà, con una certa probabilità, ad avere una risposta o una reazione sprovvista di senso critico e superficiale. A tal proposito mi piacerebbe ricordare una pubblicità che veramente non sopporto e ogni qual volta che la trasmettono mi sorge una rabbia indicibile perché mi sento veramente presa per i fondelli. Si vede la famiglia tipo, padre madre figlio e figlia  che cerca, mi sembra, un'assicurazione che costi poco e dopo aver fatto cose stupide, tipo la danza della pioggia,  seduti tutti insieme appassionatamente,sorridenti e felici,  sono andati in internet e hanno trovato la soluzione e dicono come se fosse il più grande desiderio della vita la frase facile.it (forse è questo il prodotto ma non so che cosa tratta perché non mi sono interessata). Giuro la odio! Comunque di pubblicità stupide la televisione è piena ed è vero che tratta tutti come tonti ignoranti e creduloni.

Sesta regola, detta anche,patemica, Sfruttare l'emozione: tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

Molto interessante è il fatto che mentre l'anno scorso aiutavo mio figlio a studiare diritto ad un certo punto rammento che ad un certo punto sul testo c'era scritto che l'individuo ha dei bisogni che deve soddisfare per continuare a vivere. Questi sono i primari, mangiare bere e vestirsi. Purtroppo abbiamo classificato e preso coscienza di questo punto ma nella realtà i bisogni, almeno quelli primari, non sono del tutto soddisfatti: ci sono luoghi dove milioni di persone non raggiungono nemmeno la soglia della sopravvivenza e altri che hanno anche troppo. Forse non abbiamo in realtà capito proprio nulla. Se volete rispolverare i concetti di beni e bisogni nel diritto leggete "Bisogni economici, beni e servizi". Settima regola, Progettazione e gestione di un'ignoranza diffusa: La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori. Questo non vi fa rammentare il concetto che espresse Verga nei Malavoglia? Insomma per dirla il più simpaticamente possibile: "il destino è quel che è, non c'è scampo più per me". Ottava regola, Convincere le persone: il pubblico mediatico si convinca che «è di moda essere stupidi, volgari ed ignoranti. E che questi sono valori positivi e condivisibili.

Nona regola, instillare un senso di colpa: Si cerca di far credere al cittadino che è lui, il suo comportamento, le sue scelte, il suo modo di pensare ed agire, la sua inadeguatezza, la sua incapacità e la sua pigrizia la casa di tutti i problemi, così da non far percepire il fatto che in realtà è il sistema economico e politico il vero colpevole. Alla fine anziché ribellarsi contro al "grande fratello" la persona si svaluta e si incolpa entrando in uno stato depressivo che lo porterà ad una sempre maggiore inibizione all'azione. Ricordiamoci che senza un'azione non può esserci una rivoluzione e perciò un cambiamento. Decima regola, Il doppio binario della conoscenza scientifica: il vero potere consiste nel conoscere compiutamente i predicati psico-biologici del pubblico (mediante gli assoluti progressi della biologia, della neurobiologia e della psicologia applicata), e poter confidare sul fatto che i cittadini (scientificamente analfabeti) non siano in grado di conoscere sé stessi.
Ecco questi sono gli assunti a cui Chomshky è pervenuto dopo un'analisi del sistema delle società odierne. Secondo voi ha ragione oppure è stato troppo allarmista? Secondo voi ha centrato in pieno la situazione di oggi nella comunicazione dei mass-media? Vi lascio attendendo vostri commenti.  Se volete grazie all'aiuto di +Mauri M ,  che mi ha seguito per sistemare questo gravoso handicapp, ho sistemato i commenti. Da oggi potrete lasciare direttamente dentro a questo scritto ( e ai futuri) i vostri pensieri così da risponderci. Ricordo che lo scambio di vedute è importantissimo per la crescita della consapevolezza.

Detto questo vi propongo, infine i film "The Island" e "Non lasciarmi".

Il primo, siamo intorno alla metà del ventunesimo secolo: Lincoln vive in un pulitissimo e organizzatissimo impianto, sognando di essere scelto per visitare "l'isola", l'ultimo angolo incontaminato del pianeta. Ben presto scoprirà che tutto ciò che lo circonda è completamente falso a partire dalla sua stessa esistenza. Lui e suoi compagni non sono altro che cloni destinati a fornire organi ai rispettivi "originali". Dopo aver compreso che ormai è soltanto questione di tempo, prima di essere utilizzato, pianifica una fuga.
The Island segna il tentativo di Bay di sganciarsi, almeno sulla carta, dai copioni da basso quoziente intellettivo proposti finora e sfiorare temi più complessi e attuali, quale è quello della clonazione, chiave di volta di quest'avventura. Purtroppo il tentativo è riuscito a metà e, spiace dirlo, stavolta non solo per colpa di Bay. The Island ha diversi pregi rimarchevoli: propone alcune sequenze action da mozzare il fiato (la scena sul camion è stupefacente), altre più convenzionali ma coreograficamente riuscite (il finale nel deserto), un cattivo da bacio (il solito Sean Bean gelido come un iceberg), il meraviglioso Steve Buscemi in una piccola, troppo piccola performance, che da sola vale tutto il film ed infine cerca, senza riuscirci, ma almeno il tentativo va premiato, di riflettere su un argomento che nel prossimo futuro potrebbe diventare di stretta e fondamentale importanza. Basta? Perché la lista di difetti è altrettanto lunga, se non di più.
La coppia di protagonisti principale è inadeguata e, nonostante gli sforzi economici profusi siano stati, as usual, giganteschi, alcune sequenze di volo appaiono ancora poco credibili e "posticce", mentre il ritmo, serrato ma con pause non necessarie, lo schematismo eccessivo di alcuni personaggi, la presenza di incongruenze come se piovesse e un'eccessiva durata, minano alla base le potenzialità della pellicola. Tirando le somme possiamo affermare che The Island riesce tutto sommato a divertire, anche se la sensazione preponderante che albergherà nello spettatore alla fine della visione sarà, molto probabilmente, un leggero mal di testa.

Il secondo, Tommy e Ruth vivono in un mondo e in un tempo che ci sembrano familiari, ma che in realtà non sono vicini a nulla che conosciamo. Trascorrono la loro infanzia ad Hailsham, un apparente idilliaco collegio inglese. Quando lasciano il rifugio della scuola e una terribile verità del loro destino si rivela a loro, devono anche confrontarsi con i profondi sentimenti di amore, gelosia e tradimento che minacciano di separarli. 

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