Un bel giorno Paula , grazie a un professore di musica un po' estroso e al ragazzo di cui è infatuata, scopre di avere la dote del canto.
Il professore la vuole preparare per un'importante audizione a Parigi ma come fa Paula a lasciare la sua famiglia?
E questo interrogativo la fa arrovellare così tanto che preferisce tenere la cosa nascosta ai genitori...
La famiglia Belier è il blockbuster francese del Natale 2014 ( circa 50 milioni di euro incassati e numero 2 nella classifica annuale degli incassi ) e ne ha l'aspetto tipico.
Storia edificante, ma parecchio edificante, un perfetto bilanciamento di lacrime e sorrisi, qualche risata sparsa qua e là facendo leva sulla diversità, un tono sempre gaudente e riconciliatorio nella descrizione del coming of age di Paula.
Verrebbe da dire che è un film più furbo che bello e probabilmente è anche così , però a volte è bello lasciarsi cullare da storie così edificanti, ti fa sentire meglio.
Paula Belier ha il volto paffuto e la capigliatura fluente dell'esordiente Louane Emera, concorrente all'edizione francese di The Voice, una ragazza che appare timida e impacciata in certi frangenti, anche bruttina e acerba ma che riesce anche ad aprirsi a luminosa e improvvisa bellezza.
Non ho ancora capito se è bella o meno, però piace, piace molto ed è il motore ruggente di un film che si dimostra da subito una macchina perfettamente oliata e pronta per fare sfracelli.
Si parla di portatori di handicap, di portatori di uno degli handicap maggiori, quello che non ti permette di comunicare con tutti e condividere il mondo fatto di suoni, rumori e musiche,
Eppure la prospettiva è ribaltata : se è vero che è il numero che fa la normalità a casa Belier quella anormale è Paula, ma è un'anormale che fa parecchio comodo , visto che è quel ponte di comunicazione che manca tra loro e il resto del mondo.
Col passare dei minuti viene fuori l'altra anima del film, il personaggio di Paula, i suoi crampi amorosi e affettivi, il suo sogno di diventare una star della musica ma allo stesso tempo la paura di abbandonare a loro stessi i suoi familiari che vede poco attrezzati a fronteggiare quello che li circonda.Ed è per questo che cerca ansiosamente nella sua amica una sorta di surrogato di se stessa isegnandole il linguaggio dei segni.
Qui emerge il discorso sulla crescita di Paula , sul suo percorso di formazione che perlomeno inizia , quel coming of age simboleggiato anche da quel benedetto ciclo che non voleva saperne di arrivare.
E quando vengono fuori i contrasti interiori, il film si fa più intenso e pensoso ( termini da prendere nell'accezione più larga possibile ) proprio per permettere al brutto anatroccolo di diventare finalmente un cigno e spiegare le proprie ali.
E ha una resa filmica dignitosissima , pur cercando di piacere al pubblico in maniera sufficientemente sfacciata, non risulta mai greve o sboccacciata.
Insomma un altro colpo mandato a segno dai nostri "amatissimi " cugini d'Oltralpe.
PERCHE' SI : storia edficante raccontata con equilibrio perfetto tra sorrisi , risate e commozione, Louane Emera è una bellissima scoperta, anche il resto del cast è eccellente, blockbuster che non rinuncia alla qualità.
PERCHE' NO : forse qualche macchietta di troppo, film furbo e pianificato per piacere al pubblico arrivando alla sua pancia più che al cervello.
LA SEQUENZA : L'audizione di Paula di fronte ai genitori che in qualche modo la "sentono".
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Si può parlare di handicap senza essere eccessivamente seriosi
I Belier sono una famiglia di perfetti sessantottini, hippy nell'anima,
ogni tanto fa bene venire a contatto con delle belle storie,
Louane Emera forse non sarà bella bella bella, ma bella ci è.
( VOTO : 7 / 10 )