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La Famiglia Reale con le vittime dell'11 marzo 2004, nella Cattedale dell'Almudena di Madrid

Da Rottasudovest
Mi riesce difficile arrivare a Madrid, passare per la Stazione di Atocha, uno dei miei posti preferiti della capitale spagnola, grazie al suo splendido giardino tropicale, e non fermarmi per pochi minuti nel Monumento che ricorda le Vittime degli attentati dell'11 marzo 2004. Se fossi a Madrid, oggi, passerei ancora una volta per quello spazio spoglio, illuminato solo dal cono di luce che piove dall'alto, attenuato dal grande telone in cui sono state incise le frasi lasciate in memoria dei morti, nel primo, spontaneo santuario a loro dedicato, al primo piano della Stazione. E' un monumento isolato, che nessun cartello segnala dall'esterno: la prima volta, per trovarlo, avevo dovuto chiedere indicazioni a mezza stazione (ci ho messo del tempo a entrare ad Atocha e a non perdermi nei suoi cantieri e nei suoi corridoi, tra Metro, Cercania e AVE), ma tutto il silenzio che lo avvolge è il miglior omaggio che si possa fare a tutte le persone morte per la furia omicida del terrorismo, che non ha altra ragione che l'odio e il sadismo. Il ricordo delle vittime, oggi è stato celebrato nella Cattedrale dell'Almudena, alla presenza di re Juan Carlos, della regina Sofia, della Principessa delle Asturie e dell'Infanta Elena, come simbolo dell'intera Spagna che non dimentica e che continua a essere affettuosamente vicina alle vittime del suo attentato più grave e doloroso. Il Principe Felipe era assente giustificato: oggi, nel Cile, assisterà alla cerimonia di insediamento della nuova presidente, Michelle Bachelet. Oltre alla Famiglia Reale, erano presenti le più alte autorità dello Stato, con in testa il Presidente del Governo Mariano Rajoy. La cerimonia religiosa ha avuto carattere ecumenico, per rispetto alle fedi di tutte le vittime: c'erano i musulmani, i cristiani ortodossi, i cristiani cattolici, i buddisti. L'attentato di Madrid è stato un attentato che ha colpito decine di nazionalità e le loro fedi religiose. Nella sua omelia l'arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, ha invitato a una sorta di esame di coscienza collettivo, per scoprire cosa sia rimasto e quali conseguenze ci siano state, in termini di valori etici, morali e spirituali, dopo quell'atroce esperienza. Al termine della cerimonia, re Juan Carlos e la regina Sofia hanno voluto salutare uno a uno, tutti i presenti nella Cattedrale. Per una volta tutte le Associazioni delle Vittime dell'Attentato e del Terrorismo, ben quattro, si sono presentate unite a un omaggio, invece di realizzarne, come nel passato, ognuna uno proprio. Pilar Manjón, presidente dell'associazione 11-M, che riunisce la maggior parte delle vittime degli attentati di Atocha, ha chiesto un piano di reinserimento per le vittime, dato che ci sono piani simili per i colpevoli delle stragi (ancora oggi molti sopravvissuti hanno bisogno di assistenza psicologica e alcuni di loro non hanno mai più preso un treno). E' stata anche l'unica a manifestare perplessità per un atto religioso, invece di un atto civile per rendere omaggio ai morti e ai feriti. "Noi siamo un'associazione aconfessionale" ha spiegato, ricordando che solo alla fine sono stati invitati i rappresentanti delle altre religioni. Aconfessionale dovrebbe essere anche la Spagna, ma non sempre le riesce. Le due fotografie, appartengono alla galleria fotografica di elpais.com, che mostra l'11 marzo 2014 di Madrid, dalle stazioni dei treni fino all'omaggio dell'Almudena.
La Famiglia Reale con le vittime dell'11 marzo 2004, nella Cattedale dell'Almudena di Madrid
La Famiglia Reale con le vittime dell'11 marzo 2004, nella Cattedale dell'Almudena di Madrid

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