Titolo: La fattoria delle ossa
Autore: Edwige Danticat
Editore: Piemme
Prezzo: 16,90
Pagine: 300
Sinossi: Nel 1937 il Generale Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana, massacrò più di cinquantamila haitiani, immigrati alla ricerca di un lavoro. Fu uno dei tanti genocidi di cui il secolo scorso è costellato, un episodio che assume nel romanzo un forte significato simbolico. La storia d'amore della dolce Amabelle, a servizio presso una ricca famiglia, e di Sebastien, tagliatore itinerante di canna da zucchero, fa da filo conduttore a una vicenda ricca di emozioni e di umanità. I due giovani vogliono sposarsi e tornare ad Haiti alla fine della stagione, attraversando il fiume che fa da confine tra i due stati. Ma quando la persecuzione si fa più aspra i loro sogni si trasformano nel desiderio più elementare: quello di sopravvivere.
Dovevo immaginare che questa lettura mi avrebbe lasciata con l'amaro in bocca. Ho desiderato questo libro a lungo: una volta avutolo fra le mani... lo cominciavo, otto pagine, e stop. Non mi piaceva, non mi "acchiappava". Lo lasciavo a decantare nell'angolo buio dei libri schifidi, poi ci riprovavo. Riuscivo a trascinarmi qualche pagina più il là, e lo mollavo di nuovo.
Ora l'ho terminato, ma... che bruttura!
E la cosa che mi fa imbestialire è che su internet e nei siti appositi ha sempre ricevuto ottimi giudizi! Che sia un problema mio? Probabile.
Ad ogni modo, non mi è piaciuto. La storia ha senza dubbio del potenziale, primo fra tutti l'argomento non usuale della dittarura dominicana del generale Trujillo. Non mi è però andata giù la stesura... dialoghi privi di pathos, piatti, vuoti, emozione zero. Qualche bella frase poetica, ma buttata lì, come sacchi di patate.
No, no, no. Archiviare.