LA FAVOLA DELLA QUERCIA E DEL DIAVOLO
Un giorno il diavolo si recò dal Signore dicendogli: «Tu sei il signore e padrone di tutto il creato, mentre io, misero, non possiedo nulla. Concedimi una signoria, pur minima, su una parte della creazione: mi accontento di poco».
«Che cosa vorresti avere?» chiese Domineddio.
«Dammi, per esempio, il potere su tutto il bosco» propose il diavolo.
«E sia» decretò il Signore «ma soltanto quando i boschi saranno completamente senza fogliame, ovvero durante l’inverno: in primavera il potere tornerà a me».
Quando gli alberi e le foglie decidue dei boschi seppero del patto, cominciarono a preoccuparsi, e con il passare del tempo la preoccupazione si mutò in agitazione. «Che cosa possiamo fare?» si domandavano disperati. «A noi le foglie cadono in autunno».
Il problema pareva insolubile quando al faggio venne un’idea: «Andiamo a consultare la quercia, più robusta e saggia e di noi tutti la più anziana. Forse lei troverà un espediente per salvarci».
La quercia, dopo aver riflettuto gravemente, rispose: «Tenterò di mantenere le mie foglie secche sui rami finché sui vostri non spunteranno la foglioline nuove. Così il bosco non sarà mai completamente spoglio e il demonio non potrà avere alcun dominio su di noi».
Da allora le foglie secche della quercia, coriacee e seghettate, rimangono sui rami per cadere completamente soltanto quando almeno un cespuglio si è rivestito di foglie nuove.