Quando Giannino era molto, molto, molto piccolo era proprio molto, molto, molto innamorato della sua mamma e la sua mamma di lui.
"Ho la mamma più bella del mondo!" pensava lui felice dentro di sé.
"Ho il bambino più bello del mondo!" pensava lei felice dentro di sé.
Ma, a mano a mano che il tempo passava, anche Giannino cominciò a diventare un po' impegnativo come tutti i bambini a questo mondo: o non dormiva di notte, oppure non faceva la cacca, o spesso non voleva mangiare oppure vomitava, o piangeva o si ammalava sempre e così via, cosicché la sua mamma era sempre più stanca e affaticata e qualche volta anche scoraggiata.
E, quando proprio non ce la faceva più, si arrabbiava anche con se stessa e con lui: "Perché questo bambino non è mai contento?" si chiedeva allora. "Si vede che io non so proprio fare la mamma, non sono adatta, non ne sono capace!"
E in quei momenti si sentiva completamente fallita e piangeva disperata in silenzio dentro di sé.
"Possibile che proprio io che ho desiderato tanto il mio bambino e che ho fatto tanti sacrifici per averlo adesso non sappia neanche fare la mamma come tutte le altre? Che cosa ho che non va bene?" si chiedeva angosciata, senza sapere che diventare mamma e imparare a fare la mamma sono due cose molto diverse tra di loro.
Prima di diventa mamma e poi, piano piano, col tempo, tanto tempo, si impara a fare la mamma e si impara proprio dagli errori e dai bambini stessi che sono i veri maestri.
"Si vede che io non gli piaccio come mamma, non sono come quella che si aspettava lui, brava, preparata, sempre sorridente e sicura della cosa giusta da fare" si diceva e si disperava sempre di più. "Sono proprio un fallimento! Non sono capace!" e si sentiva così diversa da come era sempre stata abituata a essere che non si riconosceva proprio più, come se fosse diventata un po' matta.
"Perché la mia mamma mi guarda così arrabbiata che quasi quasi mi sembra un'altra e io non la riconosco più?" si chiedeva dal canto suo Giannino un po' spaventato.
"Eppure quando è riposata e sta bene mi guarda sempre col suo sorriso dolce e innamorato. Si vede che io sono diverso dal bambino che lei si aspettava, non sono né bello, né bravo, né buono come lui! Sono proprio un fallimento!" e si disperava anche lui sempre più, cosicché dopo piangeva persino più forte, perché era ancora troppo piccolo e non sapeva piangere dentro in silenzio, come invece faceva la sua mamma che era grande e aveva ormai imparato a piangere silenziosamente dentro di sé.
E nei momenti in cui era così angosciato ecco che tutto peggiorava: il sonno, il pianto, il cibo, la cacca, le malattie e così via.
Questo era infatti l'unico modo che lui, come tutti i bambini molto piccoli, aveva per comunicare il gran dispiacere che provava per il dispiacere della sua mamma e anche per il suo di non essere come lei se lo era immaginato nella sua testa prima che lui nascesse.
Ma un giorno che la mamma era molto arrabbiata con Giannino perché non riusciva a capire il suo pianto e stava molto male perché si sentiva impotente e assolutamente incapace di fare la mamma nel modo che lei si era sempre immaginata, per fortuna, papà era tornato già a casa ed era presente.
E quando i papà sono presenti, le cose vanno sempre un po' meglio per tutti, a cominciare dalle mamme.
<<Guarda che Giannino non ha bisogno di una mamma e di un papà perfetti che fare tutto benissimo, lui ha bisogno solo della "sua" mamma e del "suo" papà >> disse lui. <<Sono io e solo io il suo papà e sei tu e nessun altra al mondo la "sua" mamma. E' solo di noi che lui ha bisogno e piano piano impareremo anche noi a a capire lui e i suoi bisogni! >>
E si diede così da fare ogni giorno che a poco a poco anche la mamma fu sollevata dai pensieri che le facevano male.
E fu pure così che anche Giannino poté crescere con un papà e una mamma che non erano perfetti, che non conoscevano tutte le risposte per ogni domanda e tutte le soluzioni per ogni problema, che imparavano insieme a lui giorno dopo giorno, che tante volte sbagliavano ma tante volte invece no,che imparavano a rettificare il tiro dai loro stessi errori, che percorrevano insieme le strade che hanno sempre percorso i neogenitori da che mondo è mondo, quando un piccolo arriva su questa terra.
Anche la sua mamma imparò a darsi del tempo, a non pretendere troppo da se stessa, ad avere cura di sé proprio come l'aveva col suo bambino, a essere contenta lo stesso di come riusciva a fare la mamma sia nei momenti facili sia in quelli difficili, che sono poi quelli in cui ognuno di noi da sempre fa non quello che vorrebbe, ma il meglio che può, solo e soltanto nel modo in cui gli riesce.
E se è sempre andata bene così da che mendo è mondo, questo vuol dire che va bene perché l'ha deciso la Vita, che conosce molte più cose di noi perché vive e continua da tanto, tanto, tanto più tempo di noi su questa nostra vecchia Terra.
Alba MarcoliLa rabbia delle mamme - perdersi per ritrovarsi