La felicita'.

Da Posacostantino
La felicità è una realtà sfuggevole, per certi versi simile a qualcosa che al tatto scivola via, nel momento in cui ti accorgi di averla raggiunta, spesso sguscia via. Tantissime sono le risorse utilizzate dall’uomo per essere contento, ma la felicità spesso può durare solo un attimo e difficilmente la si può aumentare nel tempo. Tanti sono gli strumenti e il tempo adoperati dagli uomini nel corso della propria vita  per raggiungere la felicità e per affermare la propria superiorità. Tante sono le azioni che ogni uomo compie, giorno per giorno, pur di dimostrare agli altri, ma anche a se stesso il valore e la consistenza del proprio essere.La personalità di ogni essere umano è come un documento d’identità.Possiamo senz’altro dire che ogni individuo terreno si distingue dagli altri, non solo dall’aspetto fisico, ma soprattutto dalla sua intelligenza e dalla sua capacità di proporsi e di interagire con il resto dell’umanità. Tanti uomini, pensano e s’illudono di poter affermare la propria superiorità operando e puntando spesso con estrema cattiveria nei confronti degli altri.Pertanto, mi sento in grado di poter affermare con assoluta sincerità e sicurezza che il valore di ogni singolo individuo lo si può misurare, non solo per quello che si è, ma innanzitutto per tutto quello che si riesce a trasmettere, per quello che nel corso della propria esistenza, ogni uomo riesce a dare agli altri, senza pretendere spesso quasi nulla in cambio.Momenti belli, momenti di profonda tristezza, alti e bassi, come potrei definirli?Anni trascorsi alla continua ricerca di una tranquillità, non solo economica, ma soprattutto ad una tranquillità interna, fatta  di equilibri, di stabilità che dessero un senso di una beata e armoniosa esistenza. Badate bene, non è stata una vita di continua sofferenza, certo c’è stata una alternanza di eventi belli, anzi direi bellissimi e altri di attimi anche molto disastrosi, come la perdita di persone care. Tutto questo ci può stare, è quello che succede a tutti.La mia vita potrei definirla per certi versi come una specie d’incompiuta. E’ venuto meno l’attimo che consacrasse con autorevolezza, il senso, il significato completo di una esistenza.
Potrei definirla come una vita vissuta in percentuale, in termini matematici una vita all’ottanta, novanta per cento. Mi piacerebbe in qualche modo riuscire a spiegare con chiarezza e semplicità il concetto di percentualità. Sono convinto che tutti gli esseri umani attraversano un’esistenza fatta di addizioni e sottrazioni. Esseri umani che a mio modo di vedere, in questo passaggio terreno, realizzano passo dopo passo, attimo dopo attimo, un certo grado di percentualità di vita, di momenti, di episodi che alla fine quantificano il valore stesso di una esistenza. Non si tratta di una affermazione che qualifichi in qualche modo il valore di una vita in base al conto in banca, al successo. Certo la ricchezza e la povertà sono due cose all’opposto, come anche la bellezza o l’essere di aspetto meno gradevole. Quello che intendo dire con esattezza è che ogni essere umano acquisisce un valore al di là del fatto che tutti siamo figli di Dio ecc. ecc., per me la certificazione autentica del valore di una esistenza è data dalla realizzazione qualificativa, in virtù della quale, un qualsiasi uomo o donna che sia, si collochi in un mosaico di una società fatta innanzitutto da esseri umani, tutto in funzione ed espressione di alcuni parametri ben definiti e definitivi, mi spiego: il valore in qualità di uomo è dato esclusivamente da tutto ciò che possiamo aver realizzato in base alla potenzialità, capacità, collocazione e soprattutto all’impegno morale e civile verso gli altri e alla natura stessa. Pertanto in virtù di questo mio concetto, non è detto che il ricco, il bello o il forte si siano affermati più del povero, del brutto o del debole.