Potrei definirla come una vita vissuta in percentuale, in termini matematici una vita all’ottanta, novanta per cento. Mi piacerebbe in qualche modo riuscire a spiegare con chiarezza e semplicità il concetto di percentualità. Sono convinto che tutti gli esseri umani attraversano un’esistenza fatta di addizioni e sottrazioni. Esseri umani che a mio modo di vedere, in questo passaggio terreno, realizzano passo dopo passo, attimo dopo attimo, un certo grado di percentualità di vita, di momenti, di episodi che alla fine quantificano il valore stesso di una esistenza. Non si tratta di una affermazione che qualifichi in qualche modo il valore di una vita in base al conto in banca, al successo. Certo la ricchezza e la povertà sono due cose all’opposto, come anche la bellezza o l’essere di aspetto meno gradevole. Quello che intendo dire con esattezza è che ogni essere umano acquisisce un valore al di là del fatto che tutti siamo figli di Dio ecc. ecc., per me la certificazione autentica del valore di una esistenza è data dalla realizzazione qualificativa, in virtù della quale, un qualsiasi uomo o donna che sia, si collochi in un mosaico di una società fatta innanzitutto da esseri umani, tutto in funzione ed espressione di alcuni parametri ben definiti e definitivi, mi spiego: il valore in qualità di uomo è dato esclusivamente da tutto ciò che possiamo aver realizzato in base alla potenzialità, capacità, collocazione e soprattutto all’impegno morale e civile verso gli altri e alla natura stessa. Pertanto in virtù di questo mio concetto, non è detto che il ricco, il bello o il forte si siano affermati più del povero, del brutto o del debole.
Potrei definirla come una vita vissuta in percentuale, in termini matematici una vita all’ottanta, novanta per cento. Mi piacerebbe in qualche modo riuscire a spiegare con chiarezza e semplicità il concetto di percentualità. Sono convinto che tutti gli esseri umani attraversano un’esistenza fatta di addizioni e sottrazioni. Esseri umani che a mio modo di vedere, in questo passaggio terreno, realizzano passo dopo passo, attimo dopo attimo, un certo grado di percentualità di vita, di momenti, di episodi che alla fine quantificano il valore stesso di una esistenza. Non si tratta di una affermazione che qualifichi in qualche modo il valore di una vita in base al conto in banca, al successo. Certo la ricchezza e la povertà sono due cose all’opposto, come anche la bellezza o l’essere di aspetto meno gradevole. Quello che intendo dire con esattezza è che ogni essere umano acquisisce un valore al di là del fatto che tutti siamo figli di Dio ecc. ecc., per me la certificazione autentica del valore di una esistenza è data dalla realizzazione qualificativa, in virtù della quale, un qualsiasi uomo o donna che sia, si collochi in un mosaico di una società fatta innanzitutto da esseri umani, tutto in funzione ed espressione di alcuni parametri ben definiti e definitivi, mi spiego: il valore in qualità di uomo è dato esclusivamente da tutto ciò che possiamo aver realizzato in base alla potenzialità, capacità, collocazione e soprattutto all’impegno morale e civile verso gli altri e alla natura stessa. Pertanto in virtù di questo mio concetto, non è detto che il ricco, il bello o il forte si siano affermati più del povero, del brutto o del debole.