Ieri sera guardavo il film su Walter Chiari. Non essendo un artista della mia generazione di lui non conoscevo nulla e non rintracciavo nessun ricordo; ho visto il film come la storia di un uomo di spettacolo, ed è sorprendente, per chi, come me, lo conosce attraverso il film, constatare quanto tutto sia “normale” oggi, anzi spesso motivo di successo quello che, invece, quarant’anni fa era motivo di oblio e condanna.
Il pensiero che mi sentivo nascere dentro si collegava a pensieri abbozzati pochi giorni fa: alla felicità, a quello stato di benessere, non ci si abitua mai.
E’ molto più facile abituarsi al dolore. Il dolore ci rende più duri, più corazzati e spesso sembra quasi dovuto. La felicità ci espone a noi stessi, alle nostre fragilità, sembra sempre una conquista instabile.