La felicità è un Altrove (2)

Da Perla
<<Ilic, vieni da me , corri...>>Gabriella spalancò le braccia e le tese al suo gatto.Il gatto la guardò dritto negli occhi, con noncuranza e indolenza felina: non avvertiva quell'urgenza lui. Con calma si leccò la zampa e poi se la passò sul viso, mentre la sua coda forte, lucente gli si avvolgeva attorno. Dopo, solo dopo, si avviò con passo lento verso la sua amica e verso quelle braccia che lo avvolsero senza stringere.Un rumore improvviso, come un boato lontano, si sparse nell'aria. Sembrava lo scoppio di un tuono, ma non poteva esserlo, il cielo era terso, nemmeno una nube. Il gatto, tra le sue braccia, alzò la testa e fissò un punto preciso della finestra; Gabriella fissò anche lei quel punto oltre il boschetto e fu così che vide una piccola colonna di fumo nero, salire verso il cielo.Scrollò le spalle, troppo lontano per andare a vedere se avessero bisogno di aiuto, ritornò verso il divano e il suo libro e si rannicchiò su se stessa, tenendo il grembo il gatto. Riprese il libro in mano e ritornò al punto ove si era interrotta:
Ma quando ti viene quella voglia pazzesca di piangere, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c'è verso di spiccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire... e invece niente, non esce fuori niente. Si può essere fatti peggio di così?
Sorrise. Sì era possibile essere peggio di così.Bastava essere Gabriella , pensò
Paolo era riuscito a sganciare il seggiolino ed a espellersi dall'aereo mentre precipitava. Era planato poco più in là da dove l'aereo si era schiantato ed ora, dopo aver raccolto rapidamente il paracadute, lo guardava con un senso di scoraggiamento misto a rabbia, non riusciva a capire come era potuto succedere. Il suo aereo aveva pochi anni di volo, glielo aveva controllato il suo amico tecnico, lì alla base, prima della partenza e lo aveva rassicurato, era tutto ok. Quel che lo angustiava era il pensiero di sua figlia, la vita della sua bambina dipendeva da quelle foto che aveva scattato e che erano rimaste dentro l'aereo ed erano andate distrutte insieme ad esso.
Sentì il suono di una sirena in lontananza, alcune persone si stavano avvicinando: non dovevano assolutamente vederlo! Paolo si eclissò dietro gli alberi, incamminandosi velocemente nel fitto del boschetto, in direzione opposta al centro abitato.

Gabriella chiuse il libro delicatamente, stringendolo a sé. Perché l'amore è sempre facile, a portata di mano,  nei romanzi? perché gli scrittori lo sanno descrivere così bene?? Aveva terminato il romanzo di Baricco con un sospiro, abbracciando i suoi pensieri uno ad uno, per poter mettere ordine nel suo caos mentale, mentre  osservava, senza vederlo davvero e trasognata,  l'orizzonte, con il sole che declinava dietro gli alberi, regalando i suoi ultimi, caleidoscopici, bagliori di luce. Il mio Oltre, pensò, il mio orizzonte in divenire; vorrei fondermi con esso, in un abbraccio che sia nenia di felicità, che sia canto che culla e rasserena....All'improvviso percepì una presenza, le sembrò che un'ombra si muovesse in quello specchio di luce. Guardò meglio, non vide nessuno. Una delle mie fantasie, si disse, forse la concretizzazione mentale di un mio desiderio. Si alzò e si avviò verso il portatile che aveva  sul tavolino, sorridendo tra sé e sé. Ne aveva di desideri! Quanti ne aveva!!! Ma uno, soprattutto, che teneva celato in fondo all'anima e che si materializzava nella sua mente ogniqualvolta si lasciava andare allo smarrimento ed al rimpianto: essere amata  di un amore infinito, pieno, autentico... e avere la capacità di saper "riconoscere" quell'amore.Un ticchettio al vetro la fece sobbalzare, si volse. Un uomo alto, scuro in viso, con una sorta di divisa la stava guardando, con le mani appiccicate al vetro:<<Signora, la prego, non si spaventi. Vorrei chiederle solo se mi può far usare il telefono>>.
- fine seconda parte -