Riconosco di essere stata temeraria: La felicità esiste (Alet, 10 euro) è un primo romanzo di un autore italiano, uscito per una piccola, credo, casa editrice di Padova, che fa seguito a una raccolta di racconti. Però, però, non è stata una decisione completamente al buio: conosco Paolo Zardi, non personalmente in verità, ma come blogger e quindi so come scrive.
Dunque mi sono immersa nella lettura e ne ho tratto grande soddisfazione e piacere. La storia, di cui non racconterò nulla, come al solito, è molto intrigante, ti cattura e ti tiene sulla corda. Ma non aspettatevi un thriller, è una vicenda di relazioni umane con personaggi ben disegnati e caratterizzati, ma soprattutto con un protagonista che continua a girarci nella testa anche dopo che si è terminato il libro. Viene sempre, salvo poche eccezioni, chiamato per cognome, Baganis, ha una tragedia alle spalle, è un perdente, un uomo perduto, che se fosse una donna ci vedresti bene Bette Davis. L’unico scopo della sua vita, da anni ormai, è trovare i modi per portarsi una donna a letto, “consumandola” come un oggetto, e per liberarsene rapidamente. Il tutto vissuto senza piacere, gioia o divertimento, ma in una infinita cupezza. Lo affiancano nella vicenda due donne fragili e confuse, la ex moglie e la maestra del figlio.
Quel che colpisce per un esordiente è la solida architettura della storia e la capacità di penetrare in profondità la psicologia dei personaggi e di renderla con efficacia e chiarezza. Poi c’è la scrittura, ricca, piena, brillante, impeccabile, ogni termine è quello giusto, non se ne potrebbe trovare uno migliore.
Lo consiglio senza esitazioni.