Tra i pochi sopravvissuti vi è Masato Yamanobe, un ex-pilota ribelle, che riesce a fuggire dalla sua città sotterranea insieme alla sua amante aliena Tamami. Troverà rifugio, guidato dalla Fenice, messaggero di vita cosmica, nel laboratorio del dottor Saruta, un eremita-scienziato che cerca da molti anni di comprendere il segreto della Vita. In quel luogo, Yamanobe affronterà il suo destino di uomo che farà rinascere la vita sulla Terra come preconizzato dall’Uccello di Fuoco, dapprima insieme a Saruta e Tamami e poi attraverso millenni di solitudine.
Di fronte ad un tema così impegnativo, Tezuka si pone su un piano essenzialmente narrativo: sceglie di raccontare fino in fondo la storia di Yamanobe, negli anni, nei millenni, segue la sua crescita, la sua evoluzione. Cosa diventi quella vita e cosa sia in generale la vita, se solamente un insieme di cellule che finiscono in schiuma, o se ci debba essere uno scopo, un’idea finale, è il filo conduttore che tiene insieme le quasi 300 tavole di questo volume.
Nel “Libro del Futuro” emerge compiutamente la concezione di Tezuka del passo e dei limiti della società umana, figlia del suo tempo e del suo luogo, di una nazione segnata da più di un secolo di colonizzazione culturale occidentale e dal suo atto finale, l’olocausto nucleare. Si afferma, allo stesso tempo, una visione fortemente orientale, che si esprime nell’andamento circolare della storia che riassume tutta l’opera, nella quale Tezuka fa emergere l’ineluttabilità dei limiti dell’esistenza umana e l’impossibile accettazione di questi da parte degli uomini. Una frattura che si incarna nell’Uccello di Fuoco, la Fenice, e riverbera quella tra due concezioni del mondo, quella occidentale e quella orientale, che tanto bene descrisse agli albori del XX secolo Natsume Sōseki, grande intellettuale dell’epoca Meiji:
“La civiltà occidentale è forse positivista e progressista, ma tutto sommato è stata creata da uomini che hanno vissuto tutta la vita scontenti. La civiltà orientale non cerca la propria soddisfazione attraverso il cambiamento di fattori esterni a sé. Si è sviluppata secondo il principio fondamentale che non bisogna spostare i confini del proprio territorio, in questo è agli antipodi di quella occidentale. […] Se una montagna ci impedisce di andare nella regione vicina, non ci viene l’idea di spianarla, ma ci inventiamo una scusa che non renda più necessario recarci in quella regione. Ci alleniamo ad esser soddisfatti anche senza spianare la montagna. Guarda i seguaci dello zen e i confuciani, loro sì che hanno una comprensione profonda di questo problema. Nessuno a questo mondo, per quanto in alto salga, può fare tutto quello che vuole. Nessuno potrà impedire che il sole tramonti a ovest, o invertire il corso del fiume Kamo. L’unica cosa su cui possiamo agire è il nostro spirito. […] Si racconta che un monaco buddista, tanto tempo fa, nel momento in cui stavano per tagliarli la testa, abbia detto questa frase bellissima: «Il guizzo della folgore, e la tua spada taglierà solo la brezza di primavera»” [2] .
Abbiamo parlato di:
La Fenice #3 – Il Libro del Futuro
Osamu Tezuka
Traduzione di Francesco Nicodemo
Hazard Edizioni
296 pagine, brossurato, B/N – 13,50 €
ISBN: 9788875024857
Riferimenti:
Hazard Edizioni: www.hazardedizioni.it/serie/fenice.html
Tezuka su Wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Osamu_Tezuka
La saga della Fenice su Amazon> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="1" width="1" alt="La Fenice Vol.3 Il Libro del Futuro >> LoSpazioBianco" border="0" />
Note:
- Paul Gravett, Manga. 60 anni di fumetto giapponese, Logos Books, 2006 [↩]
- Natsume Sōseki. Io sono un gatto, Neri Pozza, 2006 [↩]