Mentre si correva in Corea, la stampa brasiliana scriveva che la firma c’era già. La Ferrari via Twitter rispondeva con la solita boria: “A quelli che credono di sapere tutto, diciamo che non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
Però in merito alla prospettiva di un’estensione di collaborazione tra il Cavallino e Felipe Massa, perfino Stefano Domenicali era meno sibillino del solito: “La certezza è che lui adesso capisce meglio la macchina e le gomme. Sappiamo che è un pilota molto, molto forte, altrimenti avremmo già preso una decisione diversa”. Anche Massa sottolineava: “Ho guidato al 100 percento, come quando correvo per le vittorie”.
La notizia ufficiale arriva due giorni dopo Yeongam: Felipe Massa resta a Maranello anche nel 2013, a condizioni contrattuali che secondo le indiscrezioni sono pesantemente riviste. E con un cachet decisamente alleggerito. Domenicali chiosa: “Ci ripagherà questa fiducia”.
La rinascita agonistica da un lato aiuta le motivazioni della Scuderia. Dall’altro resta il fatto che Felipe corre per un top team e ci ha messo tre quarti di stagione per capire le istruzioni della macchina. Perciò al di là dei numeri della trasferta in Oriente, la realtà che spiega il prolungamento del contratto è che Maranello non avesse alternative né concrete né ragionevoli.
Alla stampa tedesca qualcuno della Scuderia aveva rivelato: “Tra i giovani piloti non abbiamo individuato nessuno che ci abbia fatto pensare di doverlo prendere assolutamente”. Montezemolo aveva bocciato Perez e di fatto l’aveva liberato per la McLaren. E se una squadra si sbarazza di un pilota dopo che l’ha cresciuto in casa, significa che gli altri giovani a scatola chiusa non li vaglia nemmeno.
Però nel 2012 il mercato si è mosso parecchio intorno ai big. Webber per esempio a luglio era stato contattato in via preliminare mentre era ancora sulla piazza. E nel momento in cui la Ferrari aveva fatto scadere l’opzione per il rinnovo di Massa, sul piatto c’era un’offerta per riprendersi Raikkonen dalla Lotus. Non è andato in porto niente. E alla fine la rossa ha smesso di guardarsi intorno e ha fatto la manovra più semplice. Cioè l’unica che restava.