Lo scorso fine settimana, qui in Bulgaria, si è festeggiata, secondo tradizione, la raccolta delle rose. Questo appuntamento annuale è molto sentito dagli abitanti di queste terre che della coltivazione di romanticissimi fiori di rara bellezza e dell’estrazione dell’essenza sprigionata da ogni singolo petalo, hanno fatto baluardo nazionale oltre che giusto vanto a livello internazionale.
Il sabato mattina, molto presto, avremmo potuto assistere e partecipare in prima persona alla raccolta tra i profumatissimi filari, ma abbiamo pensato che sperderci in una campagna ancora sconosciuta, lontana da centri civili, con quel caldo, per il piccolo esploratore sarebbe stato uno sforzo eccessivo. Forse in questo caso abbiamo dato sfogo a quella apprensività genitoriale che da circa nove mesi ci sta col fiato sul collo e che solo un genitore può sapere quanto è faticoso governarla e gestirla con razionalità. Spesso la vinciamo, e ne siamo contenti. E lui risponde sempre bene. Talvolta, complice un po’ di stanchezza, cediamo: ci preoccupiamo ed evitiamo. Senza rimpianti.
Ad ogni modo, la possibilità di partecipare a questo rituale, io ve la segnalo! Nel caso vi troviate a venire in Bulgaria in questo periodo dell’anno. I racconti di amici che hanno portato a casa sacchi di petali sono stati esilaranti!
Noi li abbiamo raggiunti in tarda mattinata, al centro di Kazan Lak, ridente cittadina nel cuore della vallata delle rose. Nell’ampia piazza principale avevano allestito un palco e nelle viuzze intorno uno sfizioso mercatino di artigianato locale. Giusto il tempo di visitarlo, comprare qualcosina – ovviamente! – e ritrovarsi con gli altri mattinieri ed ecco che sul palco un’orchestrina attacca a suonare musica popolare che fungeva da accompagnamento ad una folcloristica danza tradizionale, molto divertente da seguire, sia per la coreografia che per i vestiti indossati dai ballerini. Eravamo nel clou della festa!
Poi un panino, un the freddo e di nuovo in macchina, in giro per la vallata, diretti verso la fabbrica in cui estraggono l’essenza di rosa, poi commercializzata in tutto il mondo.
Per arrivare attraversiamo ettari ed ettari di praterie appartenenti a nessuno. Non coltivate, non sfruttate, non redditizie, non costruite: credo che tanto verde incontaminato raramente si incontri ormai, almeno nel vecchio continente.
Dopo qualche incontro ravvicinato con simpatici quadrupedi, comiciano i filari di rose che noi non avevamo ancora visto. A prima vista sembra di trovarsi di fronte a dei grandi vigneti, ma poi ci si accorge dei colori che brillano tra le piante: le rose!
L’odore, vicino alla fabbrica, era denso, dolcissimo e avvolgente. Dava la sensazione di essere parte integrante dell’ambiente, come se gli alberi, le pareti dello stabilimento, i carri, il legno delle staccionate l’asfalto stesso o la terra intorno ne fossero intrisi da secoli. Abbiamo potuto vedere i macchinari con cui estraggono l’olio dai fiori e le botti in cui lo conservano. Poi ci siamo spostati nel giardino interno della fabbrica, pieno di ogni varietà di rose, un ristoro, ed una piscina per i bagni profumati dei più viziosi.
La giornata è stata piena: danze, musiche, colori, luci e profumi ci hanno rapiti completamente. Il piccolo esploratore, anche lui entusiasta, iniziava ad accusare un po’ di stanchezza: era ora di tornare a casa!
Per l’occasione abbiamo affittato una grande villa, in riva ad un fiume, tra le montagne che circondano la vallata delle rose. Un barbecue sul patio, chiacchiere e tutti a nanna. Abbiamo dormito molto bene. Al risveglio, una bella passeggiata tra i ruscelli e poi tutti verso casa, felici, contenti e profumati.
Vi sto trasmettendo un pochino il desiderio di venire? eddaii…. ;)
Vi abbraccio e, se non lo avete ancora fatto, vi lascio alle foto che ho inserito qui di seguito al post: spero rendano un pochino l’idea.
A presto!
Nico