La festa di Bartolomeo I

Oggi ho avuto la fortuna di essere invitato – dagli amici della comunità rum (i greco-ortodossi) – alla festa per il ventennale dell’elezione di Bartolomeo I ad arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico, al liceo di Galata (chiuso, rimesso a nuovo in occasione di una conferenza già programmata per domani). Una festa composta e modesta: così ha voluto il patriarca – cambiando all’ultimo i piani in grande – in segno di rispetto per le vittime degli attacchi del Pkk di qualche giorno fa. Presenti il ministro per gli affari europei Egemen Bağış e immagino tutto il Santo sinodo insieme a rappresentanti di altre denominazioni cristiane e non: che si sono divertiti – l’immagine era buffissima – a guardare con Bartolomeo I delle diapositive proiettate su uno schermo con episodi significativi degli ultimi anni (l’incontro con Obama, l’incontro con Benedetto XVI, la messa a Sümela, incontri ravvicinati con animali di vario genere). Ho scambiato qualche parola con lui, parla perfettamente italiano (dottorato in teologia alla Gregoriana): però il coraggio di chiedergli a bruciapelo un’intervista non l’ho avuto (proverò delle strade meno sfacciate).