La figura di Dioniso nell’Arte – conversazione tra Massimo Fusillo e Francesca Rita Rombolàà

Creato il 02 gennaio 2016 da Thoth @thoth14

D - Professor Fusillo, innanzitutto grazie per aver voluto conversare con Francesca Rita Rombolà sul blog poesiaeletteratura.it. Il mondo moderno conosce l'essenza del dio Dioniso per mezzo di studiosi, filosofi e letterati quali Friedrich Nietzsche, Karl Kereny, Carl Gustav Jung, Giorgio Colli. Pensa che su questa divinità tanto enigmatica sia stato scoperto e detto tutto o c'è ancora da dire e da scoprire?

R - La ricerca, secondo me, è sempre infinita, incessante e intrinsecamente interminabile soprattutto quando ha come oggetto una figura così polimorfica.

D - Dioniso l'oscuro e, allo stesso tempo, il risplendente, l'abbagliante. La sua epifania è improvvisa e travolgente. Le donne le sue seguaci più fedeli e le propagatrici più assidue del suo culto, per prima Arianna la figlia del re cretese Minosse. Se ne è mai chiesto il perchè?

R - Credo che il motivo risieda nella carica sovversiva di questo dio e del suo culto, che ha dato al mondo femminile uno slancio nuovo, una dimensione inedita. Ma credo anche che questa carica sovversiva risieda soprattutto nella sua androginia, nel suo destabilizzare ogni identità e ogni ruolo sessuale; in questo il mondo dionisiaco può essere accostato al pensiero queer contemporaneo che, tra l'altro, valorizza il travestimento e, in particolare, il cross-dressing.

D - I Misteri Eleusini, nell'antica Grecia, erano a lui dedicati. Gli epopti o iniziati a questi misteri non dovevano rivelare nulla di quanto visto e appreso: pena anche la morte. Ma forse qualcosa è "trapelato" giungendo fino a noi?

R - Potrebbe essere giunto fino a noi. Ma non penso che abbiamo gli strumenti e le informazioni necessarie per capirlo.

D - Tutto quello che è immediatezza, shock, trauma, dolore, sofferenza, discesa in profondità fino al regno innominabile delle Madri, estasi ed ebrezza, ispirazione e percezione oltre i sensi e l'effimero, violenza e senso dell'orrifico, manifestazione cruenta. Più o meno a tutto ciò rimanda la mia esperienza personale nei riguardi di una conoscenza "intima" del dio Dioniso. Lei è d'accordo?

R - Non so bene cosa sia una conoscenza intima del dio Dioniso. Molti dei concetti da lei elencati sono sicuramente dionisiaci, anche se ricorderei che i sensi e l'effimero giocano un ruolo importante nel mondo dionisiaco. Mi sembra importante sottolineare che per Dioniso è fondamentale tanto il caos quanto il ritorno all'ordine, la discesa in profondità e, insieme, la risalita.

D - Apollo e Dioniso divinità fratelli. Solare, armonioso, con una bellezza plastica e di forme perfette il primo. Notturno, indistinto, di una bellezza che fa quasi paura proprio per l'indistinto nelle e delle sue forme il secondo. Essi, insieme, sono i due principi dell'Arte. Chi non lo sa come potrà mai fare vera arte? Apollineo e dionisiaco istinti primordiali ed eterni dell'anima umana: unione perfetta del conscio e dell'inconscio. L'artista dovrebbe sempre riconoscere in sè e praticare nella propria arte questi due principi - istinti?

R - La contrapposizione tra apollineo e dionisiaco era ignota ai greci, ed è stata sicuramente un'idea efficace di Friedrich Nietzsche. Io li vedo come due categorie che devono sempre compenetrarsi nella pratica artistica. Dopo Freud ho una certa difficoltà ad usare la parola "istinto" e non credo molto ai principi eterni dell'umano, credo molto più alla metamorfosi continua di alcune costanti fra le quali metterei senz'altro l'apollineo e il dionisiaco.

D - Parliamo di Arte. Come critico letterario, professor Fusillo, cosa ne pensa della letteratura nel XXI secolo?

R - E' difficile generalizzare tanto. Ma penso che, nonostante tutti gli allarmismi apocalittici, la letteratura del XXI secolo continui ad offrire grandi esperienze preziose e insostituibili, dialogando e contaminandosi con le mille forme dell'immaginario contemporaneo.

D - Il Teatro dell'Opera di Roma ha inagurato, il 27 novembre scorso, la sua stagione con la messa in scena di "The Bassarids" per il quale lei ha scritto una parte del programma di sala riprendendo un paragrafo del suo libro proprio sul dio Dioniso. Ne vuole parlare brevemente?

Nel teatro musicale del Novecento ci sono molte opere ispirate alle "Baccanti" di Euripide, che hanno perciò Dioniso come protagonista. Quella di Aude-Kallman-Henze, "I Bassaridi", è fra le più belle grazie alla collaborazione straordinaria tra i due librettisti(il grande poeta neo-manierista e il suo giovane compagno americano, autori di altri libretti fra i quali "La camera di un libertino di Stravinskij)e un musicista non facilmente classificabile nel binomio avanguardia-tradizione. Riprendendo tutto l'antefatto del mito e dando un ruolo significativo, nel finale, alla madre di Dioniso, Semele, sono riusciti a creare un capolavoro compatto e potente che da spazio alla collettività dei seguaci di Dioniso, all'antagonismo-sdoppiamento con il re Penteo e a tutta la tragicità del ritorno di Dioniso potenziata da una musica ricca di ritmo e di ossessione.

Francesca Rita Rombolà

Massimo Fusillo

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