La filosofia del Bayern Monaco raccontata da Rumenigge

Creato il 17 febbraio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

In un articolo sul quotidiano inglese The Guardian, David Conn ha riassunto la filosofia del Bayern Monaco attraverso le parole di Karl-Heinz Rumenigge, mettendo in evidenza le peculiarità della squadra tedesca e le ragioni del successo degli ultimi anni.

Attenzione ai tifosi, partecipazione popolare all'azionariato dei club, costruzione di una "famiglia" anche attraverso lo sviluppo del settore giovanile e la conferma di giocatori nei quadri dirigenti a fine carriera: queste i valori sui quali il Bayern punta per consolidare la propria leadeship.

Per consentire ai propri tifosi di poter assistere alle gare della propria squadra, il Bayern è stato uno dei pochi club a non utilizzare la leva dell'aumento dei biglietti per finanziare la costruzione dell'Allianz Arena. A differenza di quanto accaduto nel resto dell'Europa (dove lo stadio nuovo ha portato una crescita media del 40% del costo di biglietti ed abbonamenti), il Bayern ha segmentato l'offerta di posti in maniera tale da intercettare il mercato più ricco (i VIP seats, gli Sky Box) ma mantentendo una maggioranza di posti a disposizione dei tifosi tradizionali:

Abbiamo biglietti costosi, nelle Lounge e nelle Business Area e grazie a quelli possiamo ancora vendere i biglietti in piedi a circa € 7,50 a partita, più economico di quanto costa andare al cinema a Monaco di Baviera. Vogliamo che un ragazzo povero, magari senza lavoro, sia in grado di andare a guardare il calcio. Questo è il nostro impegno.

In verità questo approccio non è solo del Bayern, ma diffuso in tutta la Bundesliga, che non ha caso in questo momento presenta l'affluenza media più alta di tutta la UEFA, con 43.103 spettatori a partita.

Il secondo aspetto che differenzia la Bundesliga dal resto dei concorrenti europei è la proprietà delle squadre, che è in mano ai tifosi. Con le sole eccezioni di Wolfburg e Bayer Leverkeusen, in tutti gli altri casi, per legge, un privato non può possedere una quota di maggioranza della squadra (è la famosa regola 50+1, introdotta per legge nel 2001).

Il Bayern Monaco ha saputo costruire intorno a ciò qualcosa di significativo: la squadra di calcio è di proprietà all'82% dei tifosi, che hanno raggiunto la quota di 225.000. Non è solo una partecipazione di facciata, perché a loro spettano decisioni importanti quali la nomina del Board, che gestisce la squadra. Anche il costo della partecipazione è contenuto: con 60 Euro il tifoso può diventare "socio" del club, ottenendo in cambio benefici sull'acquisto dei biglietti e sul merchandising che, di fatto, annullano questo costo.

Il Bayern è andato oltre la legge, deliberando che la proprietà del Club non possa andare per una quota maggiore del 30% ad un singolo. In ogni caso il modello tedesco, del quale il club bavarese è fiero interprete, si pone in opposizione al sistema dei "magnati" stranieri.

Abbiamo avuto alcune richieste, da determinate persone in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, dai Paesi Arabi, di investire il loro denaro nel Bayern. Ma abbiamo rifiutato perché era chiaro che i nostri tifosi non sarebbe piaciuto. E , a dire la verità, non piaceva neppure a noi.

È di pochi giorni fa la notizia dell'avvenuta cessione di una quota pari al 8,33% della società ad Allianz SE, per un controvalore di 110 milioni di Euro, che verranno utilizzati per estinguere il debito residuo derivante dalla costruzione dell'Allianz Arena e per la costruzione delle infrastrutture a supporto del settore giovanile a Monaco.

Ma non è tutto oro quello che luccica, ricorda David Conn. Se nessuno mette in discussione il Bayern come modello di successo nel calcio, molti iniziano ad intravedere dei rischi per la competitività stessa della Bundesliga.

Magath (che pure ne è stato allenatore) addirittura arrivando a dire che "il campionato è pre-assegnato al Bayern", a causa della sua indiscutibile posizione di predominio economico e finanziario, che lo mette in condizioni di spogliare gli avversari dei loro uomini migliori (il riferimento a Gotze e Levandoski è facile), distruggendo di fatto la concorrenza.

Effettivamente negli ultimi due anni, fra Bayern e Borussia Dortmund, è sembrato di assistere ad un campionato nel campionato, con il vincitore della Bundesliga che staccava di 16 e 26 punti il terzo classificato. Quest'anno la situazione sembra leggermente migliore, ma solo se ci si limita alla lotta per i posti dal secondo al quarto: il Bayern è già in alto, con 10 punti di vantaggio sulla seconda (Leverkusen) e 14 sulla terza (Mönchengladbach).

La paura è quella di assistere ad una replica della situazione Spagnola anche se negli ultimi 10 anni il titolo è stato vinto da altre quattro squadre: Dortmund (2011, 2012), Wolfsburg (2009), Stuttgart (2007) e Werder Bremen (2004).

Nel frattempo Rumenigge aggiunge un altro elemento, che fa comprendere meglio la strategia del Bayern:

Le persone ci contenstano di essere troppo forti a livello nazionale (Bundesliga), ma noi stiamo guardando a livello europeo e internazionale, e vediamo che dobbiamo andare oltre,

Sembra quindi che la Bundesliga sia vista come un elemento di passaggio, lo strumento attraverso il quale è stato possibile iniziare a far acquisire alla squadra una visibilità internazionale, un marchio conosciuto. La sfida vera, per Rumenigge, non risiede forse quindi più nella conquista dell'ennesimo campionato nazionale, quando nel riuscire a replicare il modello del Manchester United, che ha saputo costruire intorno alla squadra di calcio un brand da valorizzare e vendere nel mondo.


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